La rivoluzione dell’Intelligenza artificiale supererà, per rapidità e portata, la Rivoluzione industriale. Nessuno può prevedere con certezza come sarà il futuro più prossimo, perché l’evoluzione dei modelli AI procede a una velocità vertiginosa. Cinque ricercatori guidati da Daniel Kokotajlo, ex dipendente e ricercatore di OpenAI, uscito dall’azienda un anno fa, hanno provato a immaginarlo. Ma non dovremmo essere allarmati dal rapido sviluppo di macchine intelligenti, quanto dal fatto che già oggi non c’è chiarezza sulla responsabilità delle azioni che deleghiamo a questi modelli.
Macchine intelligenti e autonome entro il 2027
La ricerca, riportata in un’inchiesta del New York Times, sostiene che l’intelligenza artificiale supererà quella umana entro il 2027. Ma quanto c’è di fondato in queste previsioni?
I ricercatori guidati da Kokotajlo hanno basato le loro proiezioni su un esperimento mentale. Hanno immaginato l’esistenza di un’azienda fittizia, “OpenBrain”, che rappresenta la somma teorica dei principali laboratori di intelligenza artificiale americani. OpenBrain sviluppa un sistema sempre più avanzato: all’inizio del 2027, l’AI diventa un programmatore completo. Entro la metà dell’anno, si trasforma in un ricercatore autonomo, capace di fare scoperte e dirigere team scientifici. Tra la fine del 2027 e l’inizio del 2028, nasce un’intelligenza artificiale “superintelligente”: conosce più di noi sulla progettazione di AI avanzate e può automatizzare il proprio sviluppo, creando versioni sempre più potenti di sé stessa.
Così, entro la fine del 2027, l’AI potrebbe diventare incontrollabile. «Nelle nostre previsioni – si legge nel rapporto – immaginiamo che OpenBrain svilupperà internamente un programmatore sovrumano: un sistema capace di svolgere tutte le attività di codifica affidate oggi ai migliori ingegneri, ma in modo molto più rapido ed economico».
Secondo Gaia Contu, divulgatrice e dottoranda in etica della robotica alla Scuola Sant’Anna di Pisa, «attualmente non siamo ancora di fronte a una coscienza artificiale, se intendiamo la coscienza in senso intuitivo, come esperienza soggettiva qualitativa. Non esiste però alcun principio che ne impedisca, in futuro, lo sviluppo. Le macchine oggi non sono coscienti, ma nulla vieta che possano diventarlo».