Le truppe dell’Lna di Khalifa Haftar, dominus della Libia orientale, si stanno spostando da Bengasi a Sirte. Nelle stesse ore diverse milizie dell’ovest libico, a cominciare da quelle di Misurata, sarebbero in stato di “massima allerta”.
La Missione di supporto dell’Onu in Libia (Unsmil) è «profondamente allarmata dall’escalation di violenza nei quartieri densamente popolati di Tripoli per la seconda notte consecutiva, che mette a grave rischio innumerevoli civili». Lo scrive su X la stessa Unsmil «chiedendo urgentemente un cessate il fuoco immediato e incondizionato in tutte le aree popolate, avvertendo che il proseguimento delle ostilità non fa che aggravare l’instabilità a Tripoli e in tutta la Libia».
L’Unsmil «esorta tutte le parti a dare priorità alla protezione dei civili e ad avviare senza indugio un dialogo serio e in buona fede per risolvere pacificamente le controversie». La missione sostiene tutti gli sforzi di mediazione e di de-escalation e offre il suo contributo per contribuire a porre fine ai combattimenti e facilitare il dialogo al fine di preservare la stabilità“, si legge nella nota.
Tripoli è ancora teatro di violenti scontri tra la Forza di deterrenza speciale (Radaa) di Abdulraouf Kara, sostenuta anche da residenti di Suq al-Juma, la Brigata 444, la Forza Congiunta del governo Dabaiba e la 111ma Brigata di Misurata.
Lo affermano diversi attivisti locali a Tripoli che parlano in particolare di scontri con droni, armi leggere e pesanti tra Suq al-Juma e Midan al-Shuhada. La sezione di Tripoli della Mezzaluna Rossa ha invitato su Facebook tutte le parti in campo a facilitare e garantire corridoi umanitari sicuri per l’evacuazione delle persone intrappolate negli scontri in corso nella capitale.