Le aspettative erano alte e poteva andare meglio. Il bilancio del primo ponte di primavera non entusiasma gli imprenditori dell’industria dell’ospitalità anzi lascia dell’amaro in bocca nonostante l’ottimismo iniziale. A sparigliare i conti è stato il meteo con un’Italia colpita dal maltempo che qua e la concedeva una tregua ma portava disdette last minute. Sotto le aspettative il bilancio del Ponte in Valle d’Aosta, Liguria e Toscana, regioni che hanno sofferto un calo degli arrivi rispetto alle previsioni. Bene Emilia-Romagna (+20% rispetto alle previsioni), la Campania e la Capitale.
Particolarmente critica la situazione per gli albergatori della Valle d’Aosta colpita duramente dal maltempo. «Sul fondo valle c’erano alberghi che sarebbero stati pieni per due o tre giorni e che invece hanno visto dal 50% al 70% di annullamenti. Ma la situazione è tutta in divenire, molti hanno avuto diverse disdette, aspettiamo la fine di aprile per vedere come andranno i prossimi ponti» commenta Luigi Fosson, presidente dell’Adava, l’associazione degli albergatori della Valle d’Aosta.
«Per il ponte il tasso di occupazione negli hotel in Liguria è la 65-70%, dipende dalla provincia e dalla classificazione degli hotel, mentre le previsioni erano molto positive con l’85% di tasso di occupazione – spiega Aldo Werdin, presidente Federalberghi Liguria -. Con la clientela italiana la Pasqua è andata così così. Ci sono anche state delle partenze anticipate per timore del controesodo in autostrada mentre gli arrivi dall’estero, da Francia, Svizzera, Usa oltre a qualche russo che vive in Europa occidentale hanno tenuto, sono state confermate».
Dalla vicina Toscana anche Danie Barbetti, presidente della locale Federalberghi, parla di una Pasqua al di sotto delle attese. «Abbiamo assistito a tante cancellazioni last minuto di italiani a causa del maltempo – racconta Barbetti -. È andata meglio nelle città d’arte e le presenze della clientela internazionale non hanno deluso ma per le località marine e dell’entroterra, in collina, i tassi di occupazione sono stati inferiori al 2024». Per quanto riguarda il ponte del 25 aprile «le aspettative sono buone ma rimane l’incognita meteo che finisce per influenzare le decisioni degli italiani sia per le prenotazioni che le disdette».
La costa veneta, destinazione clou della clientela di lingua tedesca, ha visto il via della stagione con un’affluenza discreta, in linea con le previsioni, che parlavano di un tasso medio di occupazione del 70% durante il ponte ma con diversi distinguo. Nelle città d’arte il dato medio è di poco superiore al 60%, nei distretti termali si arriva al 77% e sul Garda al 67%. «La tendenza del last minute è sempre più evidente sul mercato italiano, un po’ meno su quello estero, situazione che non deve più spaventare gli operatori – spiega Massimiliano Schiavon, presidente di Federalberghi Veneto -. Nonostante il terrorismo mediatico sul meteo la gente ha voglia di riposo, vacanza e relax e sa che in primavera non ci sono le condizioni meteo estive».