Premesso che alcune tipologie di titoli possono essere rischiose, soprattutto se acquistate con il fai da te, per riuscire a diversificare il portafoglio obbligazionario occorre trovare il giusto equilibrio sia in termini di duration sia di tipologia di asset (a tasso variabile o a tasso fisso). Lo spiega nel dettaglio Manuel Mendivil, partner di Arcano e Co-Ceo e Cio di Arcano Capital Alternative Asset Manager, società di gestione nata nel 2003.

In seguito alle ulteriori tensioni del quadro geopolitico e un’eventuale instabilità dei prezzi delle materie prime, è possibile che l’inflazione rialzi la testa?

L’inflazione potrebbe sorprendere al rialzo, proprio come è accaduto alla fine del 2021. In Europa tendiamo a traslare in modo eccessivo i dati degli Stati Uniti e questa volta il rischio di inflazione è molto diverso. Guardando alla Bce, riteniamo che il taglio dei tassi a giugno rimanga l’ipotesi di base, poiché l’inflazione dovrebbe continuare a scendere. Anche le due economie stanno divergendo: mentre quella statunitense rimane forte, vediamo una crescita prossima allo zero in Europa quest’anno.

Quale scenario si delinea in Europa per il credito e per le azioni?

ll motivo per cui la Bce probabilmente taglierà i tassi prima della Fed è che l’economia dell’area Euro è più debole. Questo è uno scenario peggiore per le azioni più che per il credito. Il mese scorso l’indice Pmi nel settore manifatturiero degli Usa è salito sopra 50, che indica la linea di demarcazione tra espansione e recessione. I dati manifatturieri europei rimangono chiaramente in territorio recessivo. Per quanto riguarda il debito societario, invece, è un buon momento per investire poiché i rendimenti sono ai massimi storici – anche se gli spread non lo sono – e i tassi saranno probabilmente tagliati nei prossimi mesi.

SPREAD E RENDIMENTO A SCADENZA

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E gli high yield in questo contesto come si collocano?

Proprio come all’inizio del 2023, il consenso sull’attrattiva del reddito fisso a lunga duration si è rivelato errato. I risultati dell’anno in corso mostrano le obbligazioni High Yield a +1,5%, i Leverage Loans a +2,5%, le obbligazioni Ig a -0,5%, con i titoli di Stato ulteriormente in negativo in funzione della scadenza. L’opportunità risiede negli asset a tasso variabile: si ottiene una copertura contro il rischio inflattivo e di tassi sorprendenti al rialzo, e nel frattempo si ottiene un rendimento del 7-8 per cento.

Non c’è il rischio di un deterioramento dello stato di salute delle imprese, soprattutto in Europa dove l’economia è più debole?

Certamente, anche se non si tratta di una novità. Il contesto di tassi più alti inaugurato nel 2022 ha comportato un aumento significativo della dispersione dei settori e dei mercati. Ciò significa che non si può fare affidamento solo sulle dinamiche settoriali. Al giorno d’oggi e all’interno di qualsiasi settore ci sono bilanci ragionevoli e aziende che producono flussi di cassa, ma ci sono anche aziende con un eccesso di leva finanziaria in mercati non in crescita che faticano a ripagare il debito. I gestori di portafoglio che non si sentivano a proprio agio con una certa obbligazione o un certo prestito nel 2022, quando il quadro di mercato era differente, hanno avuto tutto il tempo di liberarsene.

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