Lo dice in un passaggio per nulla scontato: «Sono stato scelto senza alcun merito e, con timore e tremore, vengo a voi come un fratello che vuole farsi servo della vostra fede». Nell’omelia della messa di inaugurazione Leone XIV traccia le prime linee guida del suo pontificato, che prima di tutto avrà come “mission” l’unità della chiesa, che negli ultimi anni – e non solo per le linee dettate da Bergoglio, peraltro appena citato nel testo e solo evocato alla fine della celebrazione, «ho sentito forte la presenza spirituale di Papa Francesco, che dal Cielo ci accompagna» – ha subito attacchi e rischi di scissioni.
«Questo, fratelli e sorelle, vorrei che fosse il nostro primo grande desiderio: una Chiesa unita, segno di unità e di comunione, che diventi fermento per un mondo riconciliato».
I temi della povertà e dell’ambiente tornano centrali
Divisioni che si riconnettono al clima del mondo: «In questo nostro tempo, vediamo ancora troppa discordia, troppe ferite causate dall’odio, dalla violenza, dai pregiudizi, dalla paura del diverso, da un paradigma economico che sfrutta le risorse della Terra ed emargina i più poveri. E noi vogliamo essere, dentro questa pasta, un piccolo lievito di unità, di comunione, di fraternità».
In questo passaggio è chiaro che Leone indica alcuni capisaldi della pastorale: pace, ambiente, povertà, disuguaglianze economiche, temi ampiamente trattati nel pontificato di Francesco, che hanno lasciato il segno, non solo nei gesti. Ma Prevost non allarga l’omelia al “sociale”, riconnette al tema guida religioso: «Noi vogliamo dire al mondo, con umiltà e con gioia: guardate a Cristo! Avvicinatevi a Lui! Accogliete la sua Parola che illumina e consola! Ascoltate la sua proposta di amore per diventare la sua unica famiglia: nell’unico Cristo siamo uno».
Il messaggio di dialogo con le altre chiese cristiane
Che Chiesa indica il Papa? Qualche traccia si trova: «Questa è la strada da fare insieme, tra di noi ma anche con le Chiese cristiane sorelle, con coloro che percorrono altri cammini religiosi, con chi coltiva l’inquietudine della ricerca di Dio, con tutte le donne e gli uomini di buona volontà, per costruire un mondo nuovo in cui regni la pace». Quindi dialogo sia all’interno della chiesa cristiane, in particolare gli ortodossi (lunedì 19 vede il patriarca ecumenico Bartolomeo I di Costantinopoli, si parlerà del possibile viaggio a Nicea, in Turchia, per i 1700 anni del Concilio) che con le altre religioni.