Dortmund – Buona la prima, in una serata piena di brividi e sudori freddi che rischiavano di gelarci, sotto gli sbuffi del vento quasi autunnale di Westfalia. Battiamo l’Albania per 2 a 1, e a lungo Spalletti vede l’Italia che vorrebbe, intraprendente, volitiva, pungente. Un bel film dal montaggio del quale bisogna almeno tagliare, per la prima e l’ultima scena, quella del vantaggio-lampo di Bajrami e del clamoroso pareggio mancato da Manaj (con decisivo contributo di Donnarumma) in pieno recupero. Nel mezzo, come si diceva, tante buone cose, al netto comunque pure dell’incapacità di chiuderla, questa benedetta partita, sprecando troppo per mancanza di cinismo, cattiveria, quella furia che a volte serve, e pure ancora servirà. Incassiamo quindi i tre punti, nell’attesa che siano Spagna e Croazia a dirci non tanto chi siamo (forse siamo proprio questi, e male comunque non è) ma soprattutto dove potremo arrivare.

Lo shock rossonero

Invasione rossonera – Caroselli, cori, bandiere, fin dalla tarda mattinata a invadere ogni vicolo di Dortmund, dal centro cittadino al raccordo che conduce al Westfalen Stadion, ben presto in tilt (causa anche indicazioni stradali a dir poco criptiche). Westfalia è provincia di Tirana, almeno stanotte, in un rapporto di un tifoso azzurro per dieci albanesi, tanto che a volerci scherzar su c’è da rimpiangere l’assenza di Zaniolo, che proprio a Tirana regalò la prima Conference della storia alla Roma allora sua. L’impressione che si era avuta camminando per la città, viene confermata alzando gli occhi verso le tribune di questo gioiello architettonico-calcistico europeo, in larga parte colorate di rossonero e con aquile pronte a spiccare il volo mentre circondano le macchie d’azzurro pure presenti, qua e là.

Colpiti a freddo – neanche il tempo di rendersi conto delle scelte di Spalletti (alla fine difesa a 4 con Calafiori e Bastoni centrali) che le Aquile di Silvinho sono in vantaggio: Di Marco è nell’occasione quello – pessimo – visto a Empoli con la Bosnia, ma stavolta l’errore lo fa addirittura su un fallo laterale, con cui lancia il fantasista del Sassuolo Bajrami al diagonale di destro che brucia Donnarumma sul primo palo- dopo appena 23 secondi (gol più veloce della storia degli Europei). Un jab di Tyson avrebbe fatto meno male, ma come capita ai pugili storditi dal colpo subìto la reazione nervosa è istintiva, immediata, ma produce un secondo grave errore, stavolta nell’area albanese: Chiesa punge subito sulla destra, sul cross rasoterra Scammacca fa velo per Lorenzo Pellegrini, che spara incredibilmente a lato un rigore in movimento dal limite dell’area. Le fondamenta del Westfalen Stadion tremano sotto l’impulso della bolgia rossonera.

Il riscatto

Cuore azzurro…nero – Si fa perdonare al decimo, il romanista, quando il suo destro ricama il cross che Bastoni infila di testa sottomisura per l’1 a 1; e passano altri cinque minuti ed ecco la stoccata di Barella dal limite; l’interista non sbaglia e siamo 2 a 1! Non è un caso, si dirà, se a tirare fuori carisma e freddezza nel momento più cupo sono due colonne dell’Inter campione d’Italia e pure dell’Italia manciniana trionfatrice a Wembley. Trascinati dai senatori (bene pure Chiesa), anche i novizi si scuotono, con Calafiori intraprendente e Frattesi che calcia sul palo su assist di Scammacca il possibile 3 a 1. A posteriori, diciamo che la doccia gelata ha tolto agli azzurri il tempo di avere paura. E forse è stato meglio così.

I sudori freddi finali

Brivido finale – Così come era cominciata, la serata ha però rischiato di concludersi. Dopo un secondo tempo di totale controllo, in pieno recupero un lancio in profondità pesca alle spalle dello stavolta distratto Calafiori l’ex interista Manaj, entrato da una manciata di minuto per Broja. Fortuna vuole che sul tocco sotto del numero sette Donnarumma tocchi in uscita col fianco quel tanto che basta per mandare il pallone sul fondo (senza peraltro che l’arbitro Zweiler assegni l’angolo). Insomma, buona la prima, con una vittoria che fa fare un bel passo avanti verso gli ottavi (si qualificano le prime due dei giorni e anche le quattro migliori terze), ma sullo sfondo già si staglia la sfida conclusiva del gruppo contro la Croazia (pesantemente ridimensionata dal 3-0 rifilatole dalla Spagna, che affronteremo il 20 giugno a Gelsenkirchen) come nuovo crocevia del nostro cammino europeo.

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