Prosegue il calo tendenziale della produzione di autoveicoli che a febbraio registra un -33,5% nel confronto annuo (dato corretto per gli effetti di calendario), mentre aumenta del 18,1% rispetto a gennaio.
Emerge dai dati scorporati dell’Istat riferiti al comparto. La produzione di autoveicoli comprende autovetture, che rappresentano la parte prevalente, autobus, autocarri, camper, motori per autoveicoli e autogru.
Nel complesso l’intero settore della fabbricazione di mezzi di trasporto registra a febbraio un calo del 14,1% su base annua e dell’1,1% su base mensile.
Codacons, prosegue la crisi
“Prosegue la crisi dell’industria italiana, con i numeri dell’Istat che anche a febbraio confermano il trend fortemente negativo”. Così il Codacons commentando i dati sulla produzione industriale che registra il 25esimo calo consecutivo su base tendenziale, con una riduzione del -2,7% su anno.
“Al netto dell’energia, tutti i principali comparti registrano segno negativo sia su base mensile che annua, e prosegue la flessione dei beni di consumo, che crollano in media del -2% su anno, con punte del -3,3% per quelli durevoli”, rileva l’associazione dei consumatori.
Cala a febbraio anche la produzione industriale
L’Istata segnala che a febbraio diminuisce anche la produzione industriale dello 0,9% rispetto a gennaio. Nella media del trimestre dicembre-febbraio diminuisce dello 0,7% rispetto ai tre mesi precedenti. L’Istat spiega: “Il calo è diffuso ai principali raggruppamenti di industrie, con esclusione dell’energia”. Su base annua, il calo è del 2,7% (i giorni lavorativi di calendario sono stati 20 contro i 21 di febbraio 2024).
L’indice destagionalizzato, indica l’Istat, aumenta su base mensile solo per l’energia; mentre si osservano flessioni per i beni strumentali, i beni intermedi e i beni di consumo. Su base annua, si registra una crescita esclusivamente per l’energia; al contrario, diminuzioni contraddistinguono i beni strumentali, i beni intermedi e i beni di consumo.
I soli settori di attività economica che presentano incrementi tendenziali sono la fornitura di energia elettrica, gas, vapore ed aria, l’industria del legno, della carta e stampa e le industrie alimentari, bevande e tabacco. Nei rimanenti comparti, le flessioni più ampie si rilevano ancora nella fabbricazione di mezzi di trasporto, nelle industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori e nella fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati.