Via libera dalla commissione Difesa della Camera dei deputati alla proposta di legge per istituire la Giornata degli internati italiani nei campi di concentramento tedeschi durante la seconda Guerra mondiale. Una proposta del vicepresidente della Camera, l’azzurro Giorgio Mulè – primo firmatario e relatore – che ha ottenuto il consenso di tutti i gruppi parlamentari. Il testo varato dalla commissione Difesa sarà sottoposto all’esame dell’Aula.

Il 20 settembre la commemorazione

La proposta di legge propone di istituire il 20 settembre di ogni anno la Giornata degli internati italiani nei campi di concentramento tedeschi. Un modo per commemorare il ricordo di militari e civili italiani internati nei campi di concentramento nazisti a causa del rifiuto a collaborare con il nazionalsocialismo dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943. La giornata non è considerata una solennità civile.

Mulè: è la data dell’ignominia

«La data del 20 settembre è stata scelta – spiega l’onorevole Giorgio Mulè in una videointervista al Sole 24 Ore – perché è la data dell’ignominia. Perchè il 20 settembre del ’43 Hiltler, in disprezzo di tutte le norme di diritto internazionale, non riconobbe lo stato di prigionieri di guerra ai nostri 650mila soldati. E per umiliarli, lo cambiò in internati militari. Questo comportò vessazioni ulteriori e comportamenti inumani nei loro confronti. Arrivarono nei campi di prigionia con le divise estive e per i due anni di prigionia dovettero stare con quelle divise. Moltissimi morirono e molti altri, tornati in Patria dopo il ’45, morirono per le malattie contratte lì. Il 20 settembre serve a ricordare quella data e il loro sacrificio».

La deportazione in 21 campi di concentramento

«La proposta nasce dalla volontà e dall’obbligo di restiture l’onore agli 650mila soldati italiani che dopo l’armistizio scelsero consapevolmente di non arruolarsi nella Wehrmacht e di non aderire alla nascente Repubblica sociale italiana. Questo loro rifiuto gli costò la deportazione in 21 campi di prigionia tedeschi, dove dovettero subire umiliazioni di ogni genere. Oltre 50mila di loro non tornarono», sottolinea Mulé. «E per quasi ottant’anni – ricorda il vicepresidente azzurro – questa è una pagina è rimasta coperta dall’oblio. Era necessario dare onore e dignità a queste centinaia di migliaia di connazionali che nel nome dell’adesione a quei principi su cui oggi si fonda la Repubblica opposero il no fermo e deciso ai tedeschi e ai fascisti della Repubblica sociale».

Minardo: consenso unanime di tutti i gruppi parlamentari

Soddisfatto il presidente della commissione Difesa di Montecitorio Nino Minardo: «La proposta del vicepresidente della Camera Giorgio Mulè ha raccolto il consenso unanime dei colleghi di tutti i gruppi parlamentari che hanno chiesto di sottoscrivere il testo. L’unità politica che si è creata intorno al ricordo degli internati è un segnale positivo e importante».

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