È una stagione complicata quella appena partita per i Caf. In queste ore i centri di assistenza fiscale sono alle prese con le pratiche per il ricalcolo degli Isee senza titoli di Stato (procedura partita il 3 aprile scorso), l’inizio della campagna per le dichiarazioni dei redditi e il nuovo ruolo di intermediari per le notifiche digitali. Con tanto di pasticcio legislativo – che il Governo ha promesso di risolvere per decreto entro fine mese – che rischia di far lievitare il conto fiscale per milioni di contribuenti a causa del «disallineamento temporaneo della riforma» sull’Irpef.
I Caf (41 i centri associati alla Consulta dei Caf con 30mila uffici sparsi sull’intero territorio nazionale) hanno iniziato dal 31 marzo scorso a fare i 730 e il primo invio utile per poter ricevere gli eventuali rimborsi nelle buste paga di luglio va fatto entro metà giugno. L’«anomalia legislativa» è legata all’acconto Irpef che i contribuenti sarebbero tenuti a versare con il 730 applicando le quattro vecchie aliquote Irpef, invece che le tre previste dalla scorsa riforma (dunque, pagando di più).
Se il correttivo arriverà – come prevedibile – a campagna dichiarativa iniziata, sarà necessario richiamare i contribuenti per aggiornare la propria situazione. «Restiamo in attesa del decreto – afferma Giovanni Angileri, coordinatore della Consulta dei Caf – per poter adeguare le nostre procedure software. Il tempismo è fondamentale per poter eseguire il servizio una sola volta e non dover far tornare il cliente».
Sono circa 20 milioni i modelli 730 inviati tramite intermediari. «Stiamo iniziando – aggiunge – perché non possiamo annullare gli appuntamenti, ma poi dovremo riprendere il lavoro una volta arrivato il correttivo. Qualche Caf sta prendendo tempo, inserendo i dati senza stampare i modelli. Ma se i tempi si allungano saremo costretti a iniziare, altrimenti non facciamo in tempo».
730 e Isee da rifare
Modelli 730 da rifare, dunque, così come tre milioni di attestazioni Isee che – secondo le stime – contengono titoli di Stato o altri prodotti di risparmio garantito che ora possono essere esclusi dal calcolo fino ad un massimo di 50mila euro. «Siamo pieni di Isee da rifare – ha detto Angileri -: alcuni stavano aspettando la riforma e si sono precipitati subito a chiedere l’aggiornamento dell’indicatore; altri li stiamo chiamando per metterli a conoscenza della possibilità».