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Home » Il ricco business dei falsi consulenti e nel mirino finiscono anche le banche
Finanza

Il ricco business dei falsi consulenti e nel mirino finiscono anche le banche

Sala NotizieBy Sala Notizie13 Aprile 20253 Mins Read
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Il business delle truffe finanziarie non conosce soste. E ogni storia svela sempre particolari che hanno dell’incredibile. Afue (associazione vittime truffe finanziarie) ha presentato una querela collettiva contro un consulente abusivo di Torino.

La vicenda

La particolarità è che questa attività è iniziata nel 2004 ed è stata smascherata solo di recente: una durata ventennale, se non è un record poco ci manca. L’autore è un soggetto che poi è risultato non iscritto all’albo dei consulenti e quindi non abilitato all’esercizio della professione. Ai clienti veniva proposta la sottoscrizione di una scrittura privata che aveva come oggetto il prestito di denaro finalizzato a investimenti oltre alle modalità di loro restituzione: in molti casi nella casuale dei bonifici fatti al consulente era riportata la dicitura “investimento”. Il versamento delle somme di denaro di ciascun cliente doveva avvenire su due conti bancari privati intestati al soggetto. E qui emerge un altro aspetto importante di questa vicenda. Un aspetto che potrebbe aprire forse un nuovo fronte. «Nella stessa querela – spiega Daniele Pistolesi, presidente Afue – si censura il comportamento delle banche che avrebbero dovuto a nostro avviso interrompere la raccolta nel rispetto delle norme sull’antiriciclaggio in quanto dai conti transitavano ingenti somme senza nessun giustificativo. Abbiamo contestato anche la mancata adeguata verifica del cliente oltre agli obblighi di segnalazione di operazioni sospette».

Le pratiche

Secondo l’associazione i conti aperti rispondevano alla necessità di evitare un’eccessiva concentrazione di somme, il che avrebbe destato maggiore sospetti e questo ha consentito di portare avanti l’attività illegale per anni. Il consulente produceva falsi report in cui comunicava la crescita del portafoglio per rassicurare gli investitori. Negli anni gli investitori hanno richiesto solo piccole somme e il caso è esploso quando sono arrivate domande di rimborso per somme più ingenti. A quel punto il consulente ha ammesso il raggiro aggiungendo che i conti di fatto erano stati azzerati.

«L’associazione – spiega Enrico Conti, avvocato di fiducia dell’Afue – ha inviato alle banche coinvolte una richiesta risarcitoria: l’obiettivo è risolvere il contrasto in via bonaria prima di far adire le autorità giudiziarie». Secondo Afue ’articolo 35 del D.Lvo 21 novembre 2007, n. 231 impone a intermediari bancari e finanziari, di portare a conoscenza della Uif, mediante l’invio di una segnalazione di operazioni sospette, le operazioni per le quali “sanno, sospettano o hanno motivi ragionevoli per sospettare che siano in corso o che siano state compiute o tentate operazioni di riciclaggio o che comunque i fondi, indipendentemente dalla loro entità, provengano da attività criminosa”. Secondo Afue gli investitori complessivamente coinvolti nella truffa sarebbe una settantina con diversi milioni di euro transitati sui diversi conti bancari.

Altri casi

Il caso non appare isolato. L’associazione ha denunciato un fenomeno simile anche a Sassari. In questo caso la querela collettiva ha interessato il titolo di un sito specializzato in forex, sito non abilitato allo svolgimento di servizi di investimento. Anche in questo caso il soggetto si appoggiava su un istituto di credito per ricevere bonifici da parte dei risparmiatori. Le operazioni sono iniziate a partire dal 2019. Ai risparmiatori veniva comunicato che le somme erano investite presso broker esteri specializzati in forex, in realtà secondo Afue questi soldi sarebbero stati da subito distratti a fini personali. Anche la banca è stata oggetto di querela per mancato rispetto delle normative europee in materia di anti riciclaggio, anti terrorismo e antimafia. la raccolta abusiva di denaro è stata stimata in oltre un milione di euro.

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