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Home » Il pasticcio della commissione vaccini: il passo indietro di Schillaci e lo scontro in maggioranza, cosa è accaduto
Salute

Il pasticcio della commissione vaccini: il passo indietro di Schillaci e lo scontro in maggioranza, cosa è accaduto

Sala NotizieBy Sala Notizie16 Agosto 20254 Mins Read
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Il ministro della Salute Orazio Schillaci dopo la tempesta di polemiche rompe gli indugi e fa un passo indietro sulle nomine di Paolo Bellavite ed Eugenio Serravalle all’interno del Gruppo tecnico consultivo nazionale sulle vaccinazioni (Nitag). Schillaci ha infatti appena firmato il decreto di revoca dell’intero Nitag nominato una decina di giorni fa senza attendere oltre come era stato suggerito da Palazzo Chigi (sponda Fratelli d’Italia) che aveva chiesto di rinviare il dossier a settembre. Di fronte al pressing di parte del mondo politico – all’interno della maggioranza a esempio Forza Italia era stata subito critica – e dell’intera comunità scientifica per la revoca delle nomine di chi ha pubblicamente espresso posizioni contrarie ai vaccini il ministro della Salute ha deciso di non aspettare oltre e azzerare tutta la commissione che ora dovrà essere composta nuovamente dopo la pausa estiva. Un incidente estivo che rischia di lasciare qualche strascico nella maggioranza che anche nel recente passato ha dovuto affrontare il pressing dell’anima “no vax” al suo interno: dalla nomina della commissione d’inchiesta sul Covid alla decisione dell’Italia di non aderire al nuovo regolamento sanitario dell’Oms fino al piano pandemico ancora non approvato.

I passi della vicenda e la levata di scudi della comunità scientifica

Tutto è cominciato lo scorso 5 agosto quando il ministro Schillaci ha firmato il decreto di nomina di questo organismo indipendente che fornisce supporto al ministero della Salute nella formulazione di raccomandazioni basate sull’evidenza scientifica in materia di vaccinazioni e politiche vaccinali, come l’estensione delle campagne di immunizzazione come quelle per l’influenza, il Covid o degli altri vaccini obbligatori per l’età pediatrica. Schillaci nomina i 22 membri che dovranno definire le strategie nazionali in materia di vaccini per i prossimi tre anni, ma tra i nomi dei membri del Nitag compaiono anche quelli dei due medici Eugenio Serravalle e Paolo Bellavite che in passato avevano criticato le politiche vaccinali durante la pandemia, ma anche prima mettendo nel mirino a esempio l’obbligo per le vaccinazioni pediatriche introdotto nel 2017. Queste due nomine hanno scatenato la reazione in pratica di tutta la comunità scientifica: dalla Società italia d’Igiene all’Ordine dei medici Fnomceo fino a molte altre società medico-scientifiche (pediatri, immunologi, neonatologi e altri). Anche una delle riviste scientifiche più prestigiose al mondo, il British Medical Journal’ (Bmj) è tornata sulle polemiche relative alle nomine nel nuovo Nitag con un apposito editoriale. Il Patto Trasversale per la Scienza ha lanciato una raccolta di firme per chiedere al ministro Schillaci di tornare indietro con oltre 21 mila adesioni, tra queste quelle del farmacologo Silvio Garattini, del premio Nobel Giorgio Parisi e dell’infettivologo Matteo Bassetti

Il braccio di ferro politico all’interno della maggioranza

La vicenda ha avuto anche ripercussioni politiche all’interno della maggioranza innescando un braccio di ferro tra il ministro Schillaci e la sponda Fratelli d’Italia da cui sarebbero arrivate le indicazioni per nominare i due medici critici sui vaccini, con parte della Lega e soprattutto di Forza Italia molto critica sulle due nomine. Si sarebbe interessata del dossier anche la premier Giorgia Meloni e il sottosegretario di Palazzo Chigi Giovanbattista Fazzolari che avrebbe chiesto al ministro Schillaci di prendere tempo e rinviare ogni decisione a dopo la pausa estiva. Ma la valanga di polemiche ha convinto Schillaci a non indugiare e a tirare dritto sulla revoca di tutta la commissione appena nominata nonostante l’invito a prendere tempo, ventilando anche l’ipotesi di dimissioni poi smentita. Le prime polemiche erano state innescate da Francesca Russo, direttrice della prevenzione per la regione Veneto e coordinatrice dell’area prevenzione delle regioni che ha deciso di dimettersi dal Nitag subito dopo la nomina proprio per la presenza dei due medici “no vax”. Una scelta, questa, appoggiata dal governatore leghista del Veneto Luca Zaia mentre i parlamentari della Lega Alberto Bagnai e Claudio Borghi, membri anche della commissione Covid, hanno continuato a difendere la nomina di Bellavite e Serravalle. In coro invece le opposizioni – dal Pd ad Avs – hanno chiesto al ministro Schillaci di fare marcia indietro sulle due nomine. Critica anche Forza Italia, come Letizia Moratti, presidente della Consulta Nazionale di Forza Italia ed europarlamentare del Partito Popolare Europeo, che sulle “nomina di due noti esponenti no vax all’interno del Nitag” ha parlato di “grave passo indietro nella credibilità delle istituzioni sanitarie del nostro Paese. In un momento storico in cui la fiducia nella scienza e nella medicina è più che mai fondamentale, non possiamo permettere che logiche ideologiche o di equilibrio politico mettano in discussione i pilastri della salute pubblica”.

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