«Tutti qui sono molto riconoscenti al Papa e addolorati. Anche nei momenti più bui ha manifestato la sua vicinanza e ci ha fatto arrivare il suo messaggio». Non nasconde l’emozione per la scomparsa del Papa padre Gabriel Romanelli, il parroco dell’unica chiesa cattolica di Gaza che quasi ogni giorno riceveva la telefonata del pontefice. Anche sabato il Papa, ci racconta padre Gabriel, ha chiamato per esprimere ancora una volta la sua vicinanza. Ieri l’ultimo appello di Francesco per la Terra Santa
Padre Gabriel con che stato d’animo avete accolto la notizia della morte di Papa Francesco?
Veramente è stato un duro colpo, nonostante noi sapessimo che la sua salute era molto delicata, però avevamo visto che aveva fatto ritorno a Santa Marta e l’avevamo visto muoversi, salutare le persone. In questi giorni ha continuato a chiamarci, l’ultima volta ci ha chiamato il giorno della veglia di Pasqua. Le persone sono veramente toccate da questa scomparsa, sono molto addolorate . Tutti qui sono molto riconoscenti al Papa perché loro si rendono conto che il Papa per tutta la durata della guerra, pure nei momenti più bui, quelli dei bombardamenti, delle uccisioni, lui ha sempre chiamato, ha manifestato la sua vicinanza e fatto arrivare il suo messaggio fino all’ultimo giorno.
Anche ieri nel messaggio di Pasqua il Papa ha rivolto il suo pensiero alla Terra Santa e a Gaza e ha invocato la pace?
Sì ieri, domenica di Pasqua, tutti l’abbiamo sentito ancora chiedere la pace, chiedere la fine di questa guerra, la fine dei bombardamenti, la liberazione degli ostaggi, l’aiuto umanitario. Ora speriamo che il Signore anzitutto accolga la sua anima e poi speriamo che il mondo poi accolga l’appello di Papa Francesco per la pace di questa parte della Terra Santa che è casa di Palestina e per tutta la Terra Santa e per il mondo intero