Graceland, la casa museo che appartenne a Elvis Presley e ispirò Paul Simon, non andrà in vendita. Almeno per ora: un giudice del Tennessee ha infatti bloccato la messa all’asta della sontuosa dimora, punto di riferimento dell’immaginario collettivo americano, da parte del fondo Naussany Investments che la aveva fatta pignorare dopo la morte della figlia di «The Pelvis» Lisa Marie Presley. Quest’ultima, come è noto, non versava in condizioni economiche eccellenti e si sarebbe rivolta al fondo per un finanziamento, offrendo in pegno proprio Graceland. Il cespite è passato in eredità a Riley Keough, figlia di Lisa Marie e nipote per parte di madre del Re del Rock and Roll che in sede giudiziaria sostiene che la madre non avrebbe mai acceso finanziamenti con Naussany Investments.

Scongiurata la vendita all’asta di Graceland

Il primo round va effettivamente a lei: il giudice ha infatti accolto la richiesta di blocco della cessione effettuata dalla Keough, secondo cui la mossa del fondo sarebbe stata «fraudolenta». Ma andiamo con ordine. A inizio maggio è uscito un avviso pubblico per la vendita pignoratizia della tenuta di 13 acri secondo cui Promenade Trust – il fondo della famiglia Presley che controlla Graceland – deve 3,8 milioni di dollari a Naussany Investments per il mancato rimborso di un prestito del 2018. Secondo Naussany Investments, Lisa Marie Presley avrebbe usato Graceland come garanzia per il prestito. Nella causa intentata la scorsa settimana dalla Keough, si sostiene che Naussany abbia presentato documenti fraudolenti relativi al prestito.

Cosa non quadra in questa storia

«Lisa Maria Presley non ha mai preso in prestito denaro da Naussany Investments e non ha mai concesso un atto di fiducia a Naussany Investments», ha scritto l’avvocato di Keough nella citazione in giudizio. Effettivamente, nella vicenda c’è più di una cosa che non quadra. Tanto per cominciare, nei documenti ufficiali le sedi legali di Naussany Investments sarebbero a Jacksonville, in Florida, e a Hollister, nel Missouri. Ma in entrambi i casi si tratta di indirizzi di uffici postali: l’azienda non è presente nei database statali delle società registrate in Missouri o in Florida. In più Kimberly Philbrick, il notaio il cui nome è riportato sui documenti di Naussany, ha dichiarato di non aver mai incontrato Lisa Marie Presley e di non aver mai autenticato alcun documento per lei. Il giudice di Memphis ha specificato che la dichiarazione giurata del notaio inclusa nella causa mette in dubbio «l’autenticità della firma».

Breve storia di un attrazione turistica

Graceland è stata aperta come museo e attrazione turistica nel 1982 come tributo a Elvis Presley, morto nell’agosto del 1977 all’età di 42 anni. Ogni anno attira centinaia di migliaia di visitatori. «Graceland continuerà a funzionare come ha fatto negli ultimi 42 anni, permettendo che i fan di Elvis di tutto il mondo possano continuare a vivere la migliore esperienza possibile quando visitano la sua iconica casa», ha dichiarato la Elvis Presley Enterprises in un comunicato. Nella decisione del giudice di Memphis, in ogni caso, ha pesato anche il fatto che «Graceland fa parte di questa comunità, è molto amata da questa comunità e da tutto il mondo». E vagli a dare torto.

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