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Home » Fratelli Beretta non teme i dazi: in Usa la produzione dei 4 stabilimenti di proprietà arriverà a 300 milioni
Società

Fratelli Beretta non teme i dazi: in Usa la produzione dei 4 stabilimenti di proprietà arriverà a 300 milioni

Sala NotizieBy Sala Notizie16 Maggio 20252 Mins Read
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«Little History of Fratelli Beretta» è un breve libro che ripercorre alcuni episodi della storia del salumificio nato il 5 maggio 1812, che oggi fattura 1,15 miliardi e conta oltre 3.400 dipendenti, 30 siti produttivi, un catalogo di oltre 500 referenze (dalle 25 specialità Dop e Igp fino ai piatti pronti “Viva la Mamma”).

Presentato nei giorni scorsi, il libro nasce «dalla comune passione per lo sport» di Vittore Beretta e Matteo Marani, giornalista e presidente della Lega Pro di calcio. «Marani sta lavorando bene – dice Beretta, nona generazione alla guida del Gruppo – sta valorizzando le 60 piazze di C, creando valore sia per la provincia italiana che per le aziende che ci credono. Siamo molto contenti della partnership che abbiamo stretto».

Ma se si chiede a Beretta cosa è cambiato di più negli ultimi decenni nel settore, si passa dalla provincia alla dimensione internazionale: «Senz’altro la rivoluzione è stata nell’affermazione internazionale: dalla timida presenza in Europa, ora esportiamo in tutto il mondo, dove c’è grande voglia di cibo italiano. Mettere in contatto la provincia italiana con il resto del mondo: forse è questo uno dei segreti del successo dei salumi e più in generale dell’agroalimentare made in Italy».

Fratelli Beretta realizza in più di 70 Paesi oltre il 50% del suo giro d’affari. In Europa in primis, ma sono stati fatti importanti investimenti, circa 150 milioni solo negli ultimi anni, per produrre direttamente in Usa, dove sta entrando a regime il quarto stabilimento. Una strategia iniziata in tempi “non sospetti” rispetto ai dazi di Trump, che mira a far spostare la produzione all’interno dei confini Usa.

«Ma certo ora ci garantisce una certa tranquillità il fatto di produrre salumi della tradizione italiana con il nostro know how, ma con carne americana e manodopera locale – dice Beretta –. A regime gli stabilimenti dovrebbero arrivare a generare 300 milioni di ricavi, ma ovviamente siamo contro le barriere commerciali, che comunque porrebbero dei limiti anche a noi per quel i prodotti Dop e Igp».

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