Un rilancio da 220 milioni di euro sul futuro dell’industria europea. Feralpi ha inaugurato a Riesa, poco più di due ore auto da Berlino, un nuovo laminatoio che, per caratteristiche tecnologiche e ambientali, segna un punto fermo non solo nella storia del gruppo siderurgico italiano, ma anche nel percorso di rilancio europeo verso una nuova stagione di riscossa industriale, e a basso impatto ambientale. Per Feralpi si tratta del più grande investimento singolo nella sua storia in Germania e Feralpi Stahl – già protagonista negli anni Novanta della ricostruzione tedesca a valle del rilancio del gruppo bresciano che raccolse l’eredità di quello che era un ex kombinat della Ddr – è pronta per essere, ancora una volta, perno di una riscossa industriale. Il nuovo laminatoio, con emissioni dirette (Scope 1) pari a zero, fornito dall’italiana Danieli, rappresenta un salto tecnologico significativo: è il primo in tutto il mercato tedesco a rendere possibile la laminazione continua tramite saldatura delle billette ed è dotato di un sistema di forni induttivi a emissioni zero. Una via a rulli lunga 300 metri riscaldata a induzione collega direttamente il nuovo laminatoio all’impianto di colata continua esistente. Questo processo continuo a caldo è alimentato elettricamente, evitando così emissioni dirette di CO2. In futuro – spiegano i tecnici dell’azienda tedesca – sarà inoltre possibile produrre un coil con bobina a caldo del peso di otto tonnellate un prodotto che a sua volta definirà nuovi standard sul mercato.
L’impatto scenografico dell’impianto è notevole, con i 300 metri di «sopraelevata» a rulli, completamente chiusa e coibentata, che servono ad accompagnare l’acciaio dalla colata continua al laminatoio. «Io la chiamo la metropolitana – dice con orgoglio il presidente di Feralpi Group Giuseppe Pasini, alzando gli occhi verso l’alto -. L’inaugurazione di questo nuovo impianto a Riesa testimonia la nostra visione di lungo termine e il nostro impegno costante nell’investire in tecnologie avanzate per rafforzare la nostra competitività sul mercato globale e perseguire una produzione sempre più sostenibile. Forse non ci si rende conto, ma una bobina da otto tonnellate significa 25 chilometri di filo». I presupposti di questo traguardo hanno preso le mosse nel 1992, con l’impegno ad assumere circa 300 persone e produrre 500mila tonnellate rilevando l’impianto Riesa dal piano di privatizzazione nell’ambito dell’unificazione tedesca. «Allora a Berlino c’era Kohl, uomo da grande visione e capacità strategica – ricorda Pasini -. Trent’anni dopo, con quasi un migliaio di persone al lavoro e 1,3 milioni di tonnellate prodotte, il 27-28% del mercato tedesco, non abbiamo solo centrato l’obiettivo, ma siamo andati oltre. Con questo impianto abbiamo assunto un altro centinaio di persone, rafforzando l’unione con questa comunità di cui mi sento pienamente parte integrante». Ora lo stato tedesco, con l’insediamento della nuova cancelleria guidata da Friedrich Merz, punta a risorgere come locomotiva industriale e a fare da traino per tutta l’Unione europea, con l’annunciato piano di stimolo fiscale da un miliardo di euro. «Serve una spinta soprattutto nel settore delle costruzioni e delle opere civili – ha aggiunto a sua volta il general manager di Feralpi Stahl, Uwe Reinecke -. In Germania siamo al terzo anno di recessione, ma qui a Riesa siamo stati tra i pochi a non fare cassa integrazione».
Parlando alle circa 500 persone intervenute alla cerimonia inaugurale (nel corso della quale ha ricordato la figura di Giampiero Benedetti, presidente di Danieli scomparso un anno fa) Pasini ha quindi affermato di «credere fermamente nel potenziale di crescita della Germania e vogliamo essere un motore di questo rilancio economico – ha detto il presidente -. Tuttavia, per tradurre questa fiducia in risultati concreti, è indispensabile un’azione sinergica con la politica tedesca ed europea. Il tempo è scaduto, non ci sono più alibi. In particolare, riteniamo cruciale affrontare con urgenza la questione del caro-energia, che incide pesantemente sulla competitività della nostra industria, e riconoscere la centralità del rottame ferroso come materia prima strategica per un’economia circolare e una manifattura resiliente. Solo con un sostegno mirato su questi due fronti potremo dispiegare appieno il nostro potenziale e contribuire significativamente a un futuro prospero e sostenibile per la Germania e per l’Europa. Per non parlare della necessità di un sistema di una politica commerciale che ci difenda dal rischio invasione di prodotti cinesi a causa della trade war con gli Usa. Chiediamo un sistema di Salvaguardia che si estenda anche ai prodotti a valle». Il 2024 è stato un anno complicato per tutta la siderurgia italiana ed europea. In questo quadro, Feralpi ha visto i ricavi flettere leggermente, a 1,7 miliardi. «L’esercizio non è andato molto bene – riconosce Pasini -, soprattutto sul fronte della marginalità. Il polo tedesco, all’interno del Gruppo, vale oggi il 45%, in flessione rispetto al passato. La Germania ha sofferto più dell’Italia, nell’attuale contesto, penalizzata da alcune scelte discutibili della cancelleria Scholz. Abbiamo molte aspettative nel nuovo Governo da poco insediato, soprattutto sul piano del rilancio infrastrutturale».
Il ministro presidente della Sassonia, Michael Kretschmer, intervenuto all’inaugurazione, ha sottolineato come «l’investimento nel nuovo laminatoio spooler dimostra la fiducia dell’azienda nella Sassonia come sede industriale”. In un territorio nel quale, come in molte altre regioni tedesche, sono venuti meno gli equilibri che lo hanno retto per decenni (in Sassonia AfD è cresciuta fino al 30%, ed è secondo partito dopo la Cdu), l’investimento del gruppo italiano emerge come «un segnale forte in tempi economici difficili – ha sintetizzato il leader politico -. Ecco perché per me è così importante che le industrie come Feralpi Stahl continuino a trovare in futuro condizioni che consentano la creazione di valore e la trasformazione tecnologica con una concorrenza leale. In fondo – ha aggiunto – è questo che garantisce la nostra sovranità economica, l’uso oculato delle risorse e i posti di lavoro nell’industria. Gli obiettivi formulati nell’accordo di coalizione mi rendono fiducioso che il nuovo governo federale agirà rapidamente sui punti che sono cruciali anche per l’industria siderurgica. Ciò vale in particolare – ha concluso – per i prezzi competitivi dell’energia e per la durata delle procedure di autorizzazione».
Alla cerimonia (folta la rappresentanza italiana, con numerosi imprenditori siderurgici e lo stesso presidente di Federacciai, Antonio Gozzi), è intervenuto anche il ministro per gli Affari europei, il Pnrr e le politiche di coesione, Tommaso Foti. «Il momento è difficile, il quadro geopolitico è cambiato, l’Europa sta perdendo centralità – ha detto -. Non possiamo, in questo frangente, correre il rischio di perdere la nostra vocazione industriale, così come l’autonomia energetica è un valore da difendere. Va superata la conflittualità ideologica tra imprese e ambiente, e questo investimento è la declinazione di quello che deve essere il nostro approccio alla sostenibilità. La vera sfida è trovare gli strumenti e le azioni concrete che permettono di declinare un’idea e tradurla nei fatti. Questa iniziativa sull’asse Italia-Germania – ha aggiunto – conferma il forte legame tra i due Paesi e questo è il sentiero su cui proseguiremo con il nuovo Governo. Serve anche maggiore solidarietà all’interno dell’Europa: l’Unione deve tornare a essere politica, tornando a guidare anche scelte che non possono fornire un immediato consenso, ma che sono necessarie».