Un pittogramma ci salverà. Nei giorni scorsi il Commissario Ue all’agricoltura ha presentato il proprio “pacchetto vino” che ora dovrà essere vagliato dal Parlamento Ue e dal Consiglio dei ministri.
Il provvedimento ha introdotto alcune importanti semplificazioni nelle norme del settore chiarendo un principio cardine: le misure anticrisi per contenere la produzione (dalla “rottamazione” dei vigneti ovvero gli espianti fino alla distillazione delle eccedenze) possono essere adottate dagli Stati membri ma vanno finanziate solo con risorse nazionali mentre Bruxelles continuerà a sostenere (nell’ambito dell’Ocm vino) le azioni per favorire la competitività delle imprese del settore: dalla ristrutturazione dei vigneti, agli investimenti in cantina fino alla promozione sui mercati esteri.
Una misura quest’ultima, sempre più strategica e che proprio per questo potrà godere di alcune importanti flessibilità di manovra introdotte da Bruxelles.
In particolare, per queste misure la percentuale di cofinanziamento comunitario salirà dall’attuale 40% con percentuali differenziate in base alle diverse tipologie di intervento e arriverà a coprire fino all’80% dell’investimento nel caso di azioni effettuati in vigneto e in cantina di contrasto ai cambiamenti climatici.
Ma non solo. Il nuovo regolamento ha anche introdotto alcune definizioni più dettagliate a proposito del segmento dei vini dealcolati (zero alcol o a basso contenuto alcolico), una nuova fetta di offerta che appare molto promettente in particolare su alcuni mercati e la cui produzione Bruxelles aveva già autorizzato in Europa con un regolamento del 2017.
Ma – soprattutto – il nuovo provvedimento Ue ha dettato nuove regole di etichettatura compreso lo strumento del QR Code. «È un’innovazione molto importante della quale non si è ancora colta la reale portata – spiegano a Bruxelles –. In primo luogo, è stato chiarito che non sarà possibile aggiungere in etichetta nuovi termini rispetto alle informazioni obbligatorie. E che, quindi, tali elementi aggiuntivi vanno rimandati al QR Code. Il primo vantaggio è che in questo modo si evita l’introduzione di nuovi termini che poi si sarebbero dovuti tradurre in tutte le lingue dell’Unione europea. Ma soprattutto stiamo esplorando tutte le nuove possibilità che saranno garantite da questo strumento».