Di conseguenza risulta evidente che già l’integrazione fra Bellini Nautica e Rimini Service ha dato luogo a un salto dimensionale. Analogamente l’indebitamento finanziario netto pro-forma a fine 2023 ha raggiunto 3,7 milioni (di cui 3,5 riferiti a Bellini Nautica), a fronte di un patrimonio netto di 7,2 milioni, con un rapporto Debt/Equity di 0,5 volte quindi del tutto fisiologico.

L’anno del “grande salto” è il 2025

Le indicazioni del Piano Industriale 2024 – 2027 vedono un livello di indebitamento alla fine dell’esercizio in corso pressochè in linea con il dato al 31/12/2023, che dovrebbe gradualmente scendere a 2,3 – 2,5 milioni nel 2025, 0,6 – 0,7 milioni nel 2026 per poi giungere a una liquidità netta di 2,3 – 2,8 milioni nel 2027. Piano ambizioso? Sì. Ma non tanto dal punto di vista della gestione finanziaria (anche se in occasione della creazione di Bellini Yacht Srl si era previsto che nel primo triennio la nuova attività avrebbe assorbito cassa per gli investimenti riferiti allo sviluppo dei modelli e degli stampi, alla riqualificazione delle strutture e al fabbisogno di circolante, per complessivi 900.000 euro), bensì dall’evoluzione della marginalità.

Si capisce che la produzione e vendita di yacht presenta margini reddituali molto superiori a quelli della sola attività commerciale, e infatti l’ebitda margin delineato dal Piano Industriale dovrebbe balzare dal 6% – 7% del 2024 al 15% – 18% del 2027. Anno in cui i ricavi dovrebbero raggiungere 49,7 – 60,7 milioni e l’ebitda 7,3 – 10,9 milioni. L’esercizio del “grande salto” però dovrebbe essere il 2025, con ricavi attesi fra 31,7 e 35,1 milioni e soprattutto un ebitda fra 3,2 e 3,9 milioni, oltre il doppio rispetto ai valori indicati per quest’anno.

Bellini Nautica ce la può fare? Le competenze storiche della famiglia Bellini e del nuovo team di amministratori e consulenti di Bellini Yacht Srl sono indubbie, ma ovviamente i nuovi yacht si dovranno confrontare con i colossi del settore, tra cui le società quotate Ferretti, Sanlorenzo e The Italian Sea Group, che naturalmente monopolizzano il comparto dei mega-yacht e super-yacht ma sono anche presenti nel mercato delle imbarcazioni di lusso di relativamente minori dimensioni. E sulla scia dell’esperienza di questi grandi operatori anche Bellini Yacht, in occasione del lancio della sua prima imbarcazione, presenterà una linea di complementi d’arredo dedicati al lifestyle di bordo e di accessori in pelle per l’armatore tutti prodotti in Italia e realizzati in co-branding con Pozzi Milano, altra società dell’Euronext Growth Milan.

Il settore del “lusso esperienziale”

Qui occorre precisare che, sebbene il mercato del lusso nel suo complesso stia attraversando una fase di rallentamento, in base all’update 2024 del Monitor Altagamma – Bain & Company il cosiddetto “lusso esperienziale” (ospitalità, ristorazione e crociere di lusso, jet privati e yacht) è ancora in crescita costante. E sebbene gli yacht a marchio Bellini non siano destinati a una fascia top di gamma (e molto limitata numericamente), tuttavia sono comunque rivolti a persone alla ricerca di lusso esperienziale. Sempre Altagamma, in un recente studio condotto con Deloitte, ha sottolineato che dal 2012 al 2022 la nautica italiana da diporto (inclusi sia la cantieristica che il turismo nautico) è cresciuta di 3 volte rispetto al Pil nazionale, con un moltiplicatore economico totale di quasi 2,7 volte, che sale a 6 volte considerando l’occupazione del settore.

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