WeWork sull’orlo del fallimento. Secondo i media statunitensi, il gigante degli uffici condivisi pronto a presentare istanza ai sensi del Chapter 11, la procedura che consente alle aziende di bloccare eventuali iniziative dei creditori al fine di tentare una ristrutturazione del debito. La richiesta potrebbe arrivare gi la prossimna settimana e marcherebbe la fine della incredibile parabola di WeWork che, dopo aver toccato i 47 miliardi di dollari di valutazione nel 2019, oggi capitalizza poco pi di 100 milioni. Una soglia che l’azienda rischia di sfondare gi: nel pre-mercato, infatti, il titolo di WeWork in calo del 40%. Il crollo racconta non solo quanto la pandemia abbia modificato l’organizzazione del lavoro ma anche quanto siano inaffidabili le valutazioni assegnate alle imprese sui mercati privati.
La crescita formidabile e l’impatto della pandemia
Fondata nel 2010, WeWork cresciuta rapidamente arrivando a contare 777 sedi, distribuite in 39 Paesi, dalla Cina all’India, fino al Messico e all’Italia, per un totale di 13 miliardi di contratti di locazione, la maggior parte dei quali in scadenza nel 2028. L’espansione stata finanziata dai capitali del colosso giapponese Softbank, arrivato a investire nel 2019 un miliardo di dollari nella societ, e dal debito, che a fine giugno si attestava a 2,9 miliardi di dollari. Il modello ha funzionato sinch i tassi d’interesse sono rimasti a zero, consentendo a WeWork di raccogliere fondi in continuazione per coprire le perdite, e sinch le startup hanno mostrato interesse per gli spazi di lavoro condivisi. Poi, la pandemia ha stravolto lo scenario. Da un lato, la stretta monetaria decisa dalle banche centrali per contrastare l’inflazione ha fatto esplodere il costo del debito e, in generale, dei capitali. Dall’altro, le giovani aziende (ma anche molte consolidate) hanno adottato in massa lo smart working per avere un’organizzazione pi flessibile e per risparmiare sui costi.
Il crollo del 96% a Wall Street
L’impatto di queste trasformazioni su WeWork stato dirompente. Alla fine dell’estate il colosso ha adombrato il rischio di non riuscire a rimanere in attivit nel 2024. A ottobre, poi, ha annunciato che non avrebbe pagato interessi per 95 milioni di dollari nell’attesa di trovare una soluzione negoziale con i creditori per ristrutturare il debito. L’obiettivo chiudere le sedi poco performanti, aveva spiegato ai locatori David Tolley, amministratore delegato di WeWork. Tolley aveva alllora anticipato provvedimenti immediati per sistemare in modo permanente il nostro portafoglio di locazioni ad alto costo, che ha descritto come l’eredit di un periodo di iper-crescita insostenibile. Bruscamente interrotto dalla pandemia che pra minaccia di portare al fallimento una delle icone dell’economia digitale. Da inizio anno le azioni di WeWork hanno perso il 96% a Wall Street per una capitalizzazione di 120 milioni di dollari, 75 volte meno rispetto ai 9 miliardi di valutazione spuntati dalla societ all’atto della quotazione e 390 volte meno rispetto ai 47 miliardi riconosciuti da Softbank nell’investimento da un miliardo del 2019.