Tra Voltaire e Keynes, l’ultimo intervento da governatore Ignazio Visco stato un saluto, un incoraggiamento e un monito all’esecutivo che ha appena licenziato la Manovra. Alla 99esima Giornata del Risparmio, organizzata a Roma dall’Acri, il numero uno di Bankitalia, nel lasciare il suo incarico dopo 12 anni, si soffermato a lungo sul cronico problema del debito italiano. Nel prossimo triennio la flessione attesa nei programmi del Governo marginale; nel 2026 il debito sarebbe pari a poco meno del 140% del Pil. Successivamente, in assenza di interventi, il rapporto rischier di salire — stato lapidario Visco —. In prospettiva, infatti, il costo medio del debito dovrebbe tornare a collocarsi su livelli pi elevati del tasso di crescita nominale dell’economia e diventeranno pi rilevanti gli impatti dell’invecchiamento della popolazione sulla spesa sociale.
Una rapida riduzione del disavanzo che preservi la qualit della spesa, rafforzerebbe la sostenibilit a lungo termine del nostro debito pubblico — ha aggiunto —; ci rappresenta il contributo principale che la politica di bilancio pu e deve dare alla tutela del risparmio delle famiglie italiane – non solo di quello investito direttamente in titoli di Stato. Il tema ben presente nell’agenda del ministro dell’Economia: Non bisogna sottovalutare il tema del debito pubblico, il nostro punto debole — ha riconosciuto Giancarlo Giorgetti —. suonata la sveglia perch pi debito significa pi spesa per interessi e risorse sottratte al sostengo delle famiglie delle imprese. Parole, queste ultime, che han trovato consonanza nel messaggio del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella: La sfida di una efficace tutela del risparmio delle famiglie e dei loro redditi, alla prova di una rinnovata pressione inflazionistica, pi che mai attuale e riguarda anzitutto le istituzioni europee e internazionali, quelle nazionali, accanto agli operatori privati. Il presidente Abi, Antonio Patuelli, nel ringraziare Visco per l’impegno nei salvataggi bancari del 2015, ha esortato a porre un tetto al debito pubblico italiano che non pu crescere all’infinito. Francesco Profumo, al vertice di Acri, ha invece invitato a incentivare l’adesione degli under 35 a forme di previdenza complementare o forme di risparmio a lungo termine. Nel congedarsi, Visco ha scritto ai dipendenti: Lascio una Banca d’Italia autorevole, indipendente, profondamente rinnovata eppure ancora sempre aperta al rinnovamento.