ripartita da Est la crescita di Cantine Toso nel mondo del vino. Oltre alla siccit e all’aumento dei prezzi delle materie prime, infatti, nel 2022 la guerra tra Russia e Ucraina aveva influito negativamente sugli affari di una delle principali cantine delle Langhe e l’aveva costretta a cercare nuovi sbocchi. A fine anno il fatturato aveva segnato un calo del 10%, 36 milioni di euro contro i 40 milioni del 2021. Esportiamo in tutta l’Ue, ma si erano sviluppati mercati come Russia, Ucraina, Bielorussia e Kazakistan — racconta Gianfranco Toso, amministratore delegato e quarta generazione alla guida di Cantine Toso, azienda di famiglia nata nel 1910 —. Questi Paesi avevano un certo peso sui nostri ricavi, abbiamo perso molto a livello di vendite e di logistica. Malgrado la situazione imprevedibile, ora vediamo una ripresa. Nei mesi successivi all’inizio del conflitto, Cantine Toso si impegnata nella ricerca di Paesi alternativi, trovando terreno fertile in Asia, soprattutto in Vietnam, Thailandia e a Singapore. Sono mercati piccoli, ma ci stanno dando soddisfazioni — dice Toso —. In Asia eravamo gi presenti in Cina, Giappone e Corea e con l’aggiunta di questi nuovi Paesi sono ottimista per il futuro: gi quest’anno dovremmo ritornare sui livelli del 2021 e chiudere intorno ai 40 milioni di euro di ricavi.
Investimenti in innovazione…
L’export pesa circa il 65% sugli affari di Cantine Toso, che vende in diversi Paesi — soprattutto a Oriente — le proprie bottiglie di Moscato d’Asti e Asti Spumante, vero fiore all’occhiello della cantina. Una produzione che comprende, in misura minore, il Prosecco Doc e alcuni classici piemontesi, come il Piemonte Bianco Frizzante, il Barbera Frizzante, il Dolcetto. Cos come altrettanto tradizionale la produzione di liquori e vermuth, che avviene rispettivamente tramite i marchi Toccasana di Teodoro Negro e Gamondi, acquisiti nel 2009: Cantine Toso ha riproposto queste ricette tipiche, ottenendo un riscontro positivo dal mercato. In totale, tra vini e liquori, fanno 28 milioni di bottiglie. Oltre che sui prodotti, Cantine Toso investe su tecnologia e sostenibilit, direttrici che convergono verso lo stesso principio: la tracciabilit. Abbiamo completato l’automazione e la digitalizzazione dell’ imbottigliamento — spiega Toso —. Le telecamere controllano che le bottiglie siano perfette e al minimo difetto vengono scartate, mentre la macchina riempitrice svolge tre diverse operazioni: risciacquo della bottiglia, riempimento e tappatura. Tutti i pallet contenenti le bottiglie vengono “segnati” con un codice in modo tale che si possa risalire al singolo produttore e avere tutta la storia della bottiglia.
…e in sostenibilit
Investimenti in innovazione che rientrano anche nella sostenibilit, categoria in cui l’azienda ha ottenuto certificazioni e riconoscimenti, come il Sustainability Award, la classifica stilata da Credit Suisse e Kon Group sulle aziende con la miglior crescita sostenibile, inclusiva e stabile. Non bruciamo pi combustibili fossili, ma biomasse provenienti da scarti di lavorazione del legno — racconta l’amministratore delegato —. Abbiamo installato il fotovoltaico per un totale di 600 kw di energia prodotta, circa il 25% del nostro fabbisogno energetico, e un impianto di depurazione: siamo vicini a non scaricare pi l’acqua e a riutilizzarla nel nostro ciclo produttivo. Con questi progetti, Cantine Toso vuole fronteggiare quella che forse la sfida pi grande dei prossimi anni: il cambiamento climatico, che in parte riduce la capacit produttiva e in parte modifica le caratteristiche dei vini. Il problema non dovuto alle temperature alte, ma alla riduzione dell’escursione termica: il vino buono si fa con giornate calde e notti fresche, condizioni che oggi si verificano meno che in passato — dice Toso —. Con il caldo si pu comunque fare un prodotto buono, ma con gradazioni pi alte: dovremo abituarci nei prossimi anni ad avere vini diversi dalla tradizione.