Non sarà la solita pizza. Il progetto negli Usa è una strategia complessa e ambiziosa per la friulana Roncadin, produttore italiano di pizze surgelate di qualità. Qualche mese fa l’azienda, controllata dall’omonima famiglia, ha siglato un accordo con Intesa Sanpaolo per un nuovo finanziamento con garanzia di Sace di 14 milioni di euro, per un progetto di internazionalizzazione attraverso la controllata statunitense Roncadin Holding Usa Corp. Si tratta dell’acquisto e della ristrutturazione di uno stabilimento a Chicago, oltre alla realizzazione di una nuova linea per produrre e distribuire pizze surgelate al mercato nordamericano.
«L’obiettivo — spiega Dario Roncadin, amministratore delegato del gruppo — è quello di creare una seconda base produttiva dall’altra parte del mondo. In questi ultimi anni, tra Covid e guerre, abbiamo capito che non si può concentrare tutta l’attività produttiva o commerciale in una sola parte del globo, bisogna avere un secondo motore sempre acceso. Per questo lo stabilimento di Chicago nascerà con le stesse caratteristiche del nostro a Meduno (in provincia di Pordenone) : due strutture gemelle e intercambiabili. Subito dopo la pandemia, l’impennata del costo dei container aveva messo in pericolo il nostro business come quello di tutti coloro che spediscono merci dall’altra parte dell’Oceano».
Un programma chiaro e ambizioso per un’azienda che ha attraversato un ultimo ventennio tormentato a cominciare dal 2004 quando con un’Opa il gruppo Arena acquisisce il controllo di Roncadin, poi la successiva cessione al gruppo Malavolta foodinvest e poi, il ritorno della famiglia Roncadin nel 2008 e la ristrutturazione dell’azienda. «Nel giro di tre anni abbiamo riassunto tutti i 300 dipendenti — ricorda l’amministratpore delegato — abbiamo ricostruito la produzione puntando su uno stabilimento all’avanguardia e materie prime di alta qualità. Una strategia che ci porta oggi a 170 milioni di fatturato consolidato e più di 700 dipendenti».
Un piano di crescita che fa dell’export la leva principale del successo: non a caso il 70% del fatturato arriva dall’estero e il 20% in particolare dagli Usa. «Proprio per questo il potenziamento del mercato nordamericano è diventato prioritario — sottolinea Roncadin —. Nel mercato Usa è fondamentale produrre sul territorio: per avere un’idea, in Europa pizza e surgelati valgono 3,5 miliardi mentre negli States 5,5 miliardi. Noi abbiamo già solidi accordi con le più importanti sigle della grande distribuzione Usa e questo velocizzerà il nostro inserimento ma è bene precisare che l’obiettivo rimane quello di acquisire quote di mercato nella nicchia della pizza di qualità senza puntare a diffusioni di massa abbassando il costo e la fascia del nostro prodotto».
Una nicchia che però potrebbe cambiare il volto dell’azienda in pochi anni. «L’obiettivo dichiarato è quello di portare il fatturato Usa intorno ai 150 milioni in un triennio e di raddoppiare il fatturato complessivo del gruppo in cinque anni. Lo stabilimento che nascerà a Chicago però non penserà solo agli States ma dovrà aiutarci a raggiungere tutti i mercati di quella parte del mondo. La nostra collocazione sul mercato sarà quella di diventare produttori Usa a tutti gli effetti ma con un know how made in Italy che negli States è molto apprezzato soprattutto tra le fasce medio alte dei consumatori».