Qualche settimana fa, la Formula 1 ha fatto tappa a Austin (in Texas) e le foto del podio immortalano il vincitore (il solito Marx Verstappen) mentre festeggia stappando una magnum di Ferrari metodo classico. Un’istantanea di ciò che può rappresentare il mercato Usa per il gruppo Lunelli che lo scorso anno fatturava 151 milioni. «Gli Usa già oggi per noi — ricorda Matteo Lunelli, ceo del gruppo di famiglia — rappresentano il secondo mercato per il Ferrari e il primo mercato straniero per Bisol 1542, storico marchio di riferimento del Prosecco Superiore. La nostra presenza come sponsor in Formula 1 però ci ha assicurato un’enorme popolarità negli States, sotto quel podio a Austin ho avuto l’opportunità di scambiare due battute con Elon Musk che mi ha confessato di avere un debole per l’Italia e i suoi vini. È solo un esempio di quale vetrina sia per noi la Formula in un Paese che ospiterà tre gran premi, uno dei quali con il debutto in grande stile a Las Vegas».
Il mercato Usa per il vino (e il Prosecco)
Una vetrina d’immagine in un mercato non esattamente semplice. «Gli Usa per il vino rappresentano un mercato molto redditizio ma anche caro e difficile — precisa Lunelli —. Sono alti i costi di attivazione, distribuzione e importazione però, considerata anche la situazione geopolitica mondiale, quello nordamericano è il mercato più solido e affidabile per chi ha già una storia da raccontare. Non a caso Italia e Francia sono leader incontrastati del mercato americano per valore e per volume dei loro vini. Stiamo investendo da anni sul mercato a stelle e strisce e non a caso siamo stati la prima etichetta italiana servita sui voli dell’American Airlines. Esiste però ancora spazio per crescere e noi ci stiamo attrezzando per farlo in tempi brevi ».
Proprio per la sua struttura a tre livelli (produzione, importazione e distribuzione) il mercato Usa rimane ristretto solo a cantine strutturate per organizzazione e volumi di produzione. «È indubbio che per fare volumi negli Usa e aggredire per intero quel mercato serva una considerevole massa critica — conferma il ceo —. Parlare di Usa non significa vendere qualche bottiglia a New York o Miami ma arrivare in Stati come Texas, Colorado, Florida, dove ci sono regole del gioco molto diverse. In compenso però il consumatore americano è aperto a nuove esperienze e al cambiamento: la bollicina non è più soltanto champagne. Il Prosecco ha fatto da apripista alle bollicine italiane già diversi anni fa ma adesso c’è spazio anche per vini più costosi e il Trento doc (quindi il nostro Ferrari) è la risposta ideale per chi cerca un gusto diverso, senza discostarsi dalla qualità dello champagne».
Dall’acqua Surgiva alla cedrata Tassoni
Il gruppo Lunelli però non è soltanto bollicine: ne fa parte Surgiva, un’acqua minerale che sgorga nel cuore del Parco naturale Adamello Brenta, in Trentino, e soprattutto la cedrata Tassoni, acquisita due anni fa. Tutte etichette che potrebbero guardare con interesse agli Stati Uniti. «Non c’è dubbio — conferma Lunelli —. Soprattutto con Tassoni punteremo a rafforzare ulteriormente il marchio, posizionandolo come il luxury soft drink italiano per eccellenza. Il marchio Tassoni produce tonica, sambuco e potrà diventare un marchio di eccellenza per i soft drink e la mixology. Stiamo pensando a una nostra società importatrice per soft drink e acqua Surgiva in modo da utilizzare un terzo canale di penetrazione sul mercato Usa».