Tutto nato per una scommessa in casa Carli: partire dall’olio d’oliva per creare cosmetici. Adesso un business, anzi una nuova azienda che debutter nel primo trimestre 2024. Lucio Carli, terza generazione della dinastia ligure dell’olio d’oliva, anticipa a L’Economia il piano di Mediterranea Cosmetics SB, la sua nuova avventura nel mondo del beauty. Che adesso pronto a portare fuori dal gruppo di famiglia.
Fratelli Carli, il gruppo di Imperia, ha deciso infatti di concentrare le attivit esclusivamente sul settore alimentare, affidando a Carlo Carli, gi direttore generale dal 2017, la guida come amministratore delegato (il padre Gian Franco stato confermato presidente). Un gruppo che con 350 dipendenti, 140 automezzi per le consegne, vuol dire oltre 1 milione e mezzo di ordini gestiti all’anno.
Lo ammetto, per una vita ho lavorato dentro all’azienda che da quattro generazioni di Carli vuol dire olio: dal 1911 vendiamo direttamente al consumatore i prodotti in Italia e all’estero — racconta Lucio Carliche siede anche nel board di Cosmetica Italia, con la delega per la formazione—. Ricordo i racconti dei bombardamenti degli alleati nella seconda guerra mondiale, che dalla Corsica presero di mira la Liguria e anche il nostro stabilimento ne fece le spese. Ma i tre fratelli Carli furono abili con la Borsa e vendendo bene un pacchetto di azioni e obbligazioni riuscirono a ricostruire l’azienda.
L’inizio di una storia d’impresa dove le vendite per corrispondenza hanno costruito una fortuna. E fidelizzato generazioni di italiani all’olio di Imperia. Perch un’avventura nella cosmetica?
Un giorno, mentre lavoravo nel nostro stabilimento di Imperia negli anni ’90, arriv in azienda una dottoressa, Duilia Baggi allieva del luminare, professor Proserpio, vero pioniere in Italia della cosmesi naturale. Ci port alcuni campioni di creme che aveva realizzato partendo dal nostro olio d’oliva. Iniziai cos ad appassionarmi al progetto. E nel 1996, proprio per spedire i primi cosmetici con olio d’oliva, testammo il web.
Internet era agli albori, all’epoca negli Usa, nella Silicon Valley si parlava di superhighways della comunicazione.
S era l’inizio della rivoluzione web e, consigliato da un amico che credeva molto nel futuro di Internet provammo a mettere a punto sui nostri computer il primo modulo di ordine via web. Disegnammo una bustina sulla quale copiammo il modello dell’ordine cartaceo per l’olio. Tecnicamente l’ordine girava in California e tornava a noi. Ne scrisse pure il New York Times.
Una linea di cosmetica che avete chiamato come il Mediterraneo sul quale si affacciano gli ulivi della Riviera. Nome che piaceva a molti…
All’inizio l’abbiamo chiamata Linea Mediterranea, ma c’erano gi altri come Club Med e non solo. Finch riuscimmo a rilevare da un brand degli anni ’60 il marchio Mediterranea, ed era finalmente fatta. Cinquemila confezioni appena, all’inzio, ma la svolta arriv grazie al talento del pubblicitario Marini con l’idea di un albero ispirato al corpo di Magda Gomes e Alena Seredova per l’advertising della linea. Dalle creme passammo cos a realizzare anche make-up e una linea completa. In questi anni abbiamo collaborato anche con il Cto di Torino per mettere a punto un prodotto per grandi ustionati, Lenidral.
Quanto vale oggi il business delle creme per Olio Carli?
Sei milioni di euro su 157 milioni di fatturato del gruppo. Una nicchia, una business unit sin qui, ma che ho sempre creduto di grandi potenzialit. Cos al cambio di generazione alla guida del gruppo, con l’arrivo di Carlo, la quarta generazione, si presentata l’occasione di far camminare da sola la divisione cosmetica. E tutto il mio team in Carli mi ha seguito nella nuova azienda che avr quartier generale nella storica villa di Ulisse Carli. Prodotti ideati nel nostro centro Mediterranea e realizzati da terzisti, come gran parte dei cosmetici europei che hanno proprio in Italia la loro produzione.
E dove producete le creme Mediterranea?
In Puglia, negli stabilimenti Naturalis di Domenico Scordari, famosi per l’impiego dell’aloe. Fratelli Carli spa una societ benefit, e ogni prodotto in vendita destina una percentuale a progetti di solidariet con l’Associazione italiana amici di Raoul Follereau (AIFO) impegnata in Africa contro la lebbra.
Quali investimenti ha in mente e quale il business plan per Mediterranea?
Almeno 4 milioni di euro serviranno per ristrutturare la villa e sviluppare la rete digital perch web e social sono la chiave dello sviluppo che ho in mente. Vede questo messaggio? L’ha mandato una consumatrice delle nostre creme, ho deciso subito di dare il mio contatto WhatsApp alle clienti e mi scrivono. La chiave del successo in questo rapporto diretto. Che ovviamente va amplificato digitalmente e strutturato logisticamente.
E come ci state lavorando?
Per prima cosa serviva una logistica per le consegne, slegati ormai dalla rete Carli. E abbiamo scelto Hub Rise, di Biella che ha gi lavorato per esempio con Bonprix, che consegna via corriere in tempi anche pi rapidi dell’olio come serve alla cosmetica.
Il business plan di Mediterranea Cosmetics SB?
Arrivare in due anni a sfiorare i 10 milioni di euro di fatturato, portando le nostre creme anche all’estero in Germania, Polonia, Spagna.
Negozi?
Vetrine a Milano nei prossimi mesi e in futuro punti monomarca. Ma prima acceleriamo sui social. Mia moglie Barbara gi mi affianca in azienda nel marketing. Poi spero che Alessandro, 23 annie pure lui studi di chimica farmaceutica e Francesca, 19 anni, vogliano seguirmi in questa avventura.
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23 ott 2023