Niente scherzi. Il centrodestra ieri si è riunito e ha fatto quadrato intorno alla manovra. Confermando che non ci saranno emendamenti spericolati. Anzi, non ci saranno proprio emendamenti. Le «correzioni» dei partiti con ogni probabilità saranno affidate a ordini del giorno. Fermo restando l’impegno a non alterare i saldi della legge di Bilancio. La dote resta quella di 100 milioni da suddividere tra i partiti, inclusi quelli dell’opposizione. Per la maggioranza, deciderà una cabina di regia ad hoc. Quale sarà la forma che prenderanno le correzioni, ancora è da decidere: potrebbe essere un maxi emendamento governativo oppure una correzione a firma dei relatori. O magari, degli ordini del giorno o delle risoluzione per mettere nero su bianco le richieste dei partiti, fermo restando che il margine concreto sarà scarso. L’obiettivo è quello dichiarato dal ministro dei rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani: «Nel migliore dei mondi possibili vorremo chiudere la finanziaria alla Camera entro il 15-20 di dicembre».
Il rafforzamento del bonus psicologo
Come i partiti del centrodestra intendano utilizzare la quota parte dell’appannaggio parlamentare, ancora non è definito. Si parla dell rafforzamento del bonus psicologo, di cui parla la maggioranza ma anche il Pd. Allo scoperto, è uscito soltanto il vice premier e segretario di Forza Italia Antonio Tajani, che lancia una proposta agli alleati: «Si può pensare a un intervento a supporto delle forze dell’ordine». L’idea è quella, «invece di fare tante piccole cose, di farne una importante». Dalle opposizioni, il capogruppo M5S al Senato Stefano Patuanelli parla di una «assurda deriva anti imprese» della manovra e annuncia «un corposo pacchetto di emendamenti». L’idea è quella di «riattivare, raddoppiare e triplicare, a seconda dei casi, le aliquote dei crediti d’imposta Transizione 4.0 per gli investimenti delle imprese».
Il contenzioso tributario
In Consiglio dei ministri, intanto, oggi arriva un altro passaggio importante della riforma fiscale, con le misure per sgonfiare il contenzioso tributario che rischiano di tradursi in una nuova, parziale, sanatoria. Il decreto attuativo, come stabilisce la delega, prevede la «definizione agevolata di tutte le liti pendenti» nella giustizia tributaria. Sono almeno 100 mila procedimenti pendenti nelle Commissioni tributarie e in Cassazione, con un valore di circa 40 miliardi di euro, e continuano ad aumentare. E la definizione agevolata sembra essere molto attesa dai contribuenti: le norme che consentivano già di chiudere le liti in Cassazione pagando tra il 5 e il 20% delle richieste sono state praticamente ignorate. Solo 4 mila contribuenti avrebbero aderito. E, intanto, si riapre la partita sul salario minimo: il centrodestra intende presentare un emendamento alla proposta di legge delle opposizioni in discussione alla Camera.