L’Antitrust italiano non ha trovato prove di un accordo tra le compagnie aeree per fissare i prezzi dei voli con la Sicilia e per far pagare di pi ai consumatori a ridosso di Natale e dell’estate. Nelle ore in cui ha avviato — non casualmente, secondo gli addetti ai lavori — l’indagine conoscitiva su come i vettori fissano le tariffe, l’Autorit garante della concorrenza e del mercato (Agcm) deve registrare l’assenza di un cartello tra aviolinee e chiudere l’istruttoria avviata il 20 dicembre dell’anno passato. quanto apprende il Corriere della Sera da due fonti che seguono il dossier.
La comunicazione
La decisione sar finalizzata il prossimo mese — proseguono le fonti — ma negli ultimi giorni i vettori finiti sotto indagine (Ryanair, Wizz Air, easyJet e Ita Airways) hanno ricevuto le comunicazioni delle risultanze istruttorie: l’Antitrust italiano — la sintesi — intende abbandonare gli addebiti di un coordinamento sui prezzi non avendo accertato alcuna infrazione nella fissazione delle tariffe per i voli con l’isola. Alcune delle aviolinee coinvolte non hanno voluto commentare. No comment anche dall’Agcm.
Le denunce
Tutto era iniziato dopo la denuncia di Codacons Sicilia su presunte distorsioni della concorrenza derivanti dall’incremento dei prezzi dei biglietti aerei sulle tratte tra Roma, Milano, Bologna e Torino e la Sicilia in corrispondenza delle festivit natalizie. Aumenti, secondo l’associazione dei consumatori, riconducibili a una precisa volont collusiva delle compagnie aeree attive su tali tratte. In quei giorni il governatore della Sicilia Renato Schifani ha parlato pi volte di cartello tra Ita e Ryanair dati i biglietti da 500 euro tra Roma e Palermo, per esempio. Accuse respinte da tutti i vettori.
Le verifiche
L’Agcm ha a sua volta fatto una prima verifica, stabilendo che in prossimit delle festivit natalizie si assiste a un innalzamento generale e consistente dei prezzi dei biglietti aerei e che si riscontra un sostanziale allineamento dei prezzi praticati da diverse compagnie. Per questo il sospetto stato di comportamento collusivo tra i vettori aerei, eventualmente facilitato dall’utilizzo di algoritmi di prezzo, piuttosto che un adattamento razionale alle condizioni di mercato. Una valutazione che aveva stupito gli addetti ai lavori per quella che hanno giudicato una mancanza di conoscenza dei sistemi di revenue management dei vettori.
Il nuovo fronte
Ora, undici mesi dopo aver avviato l’istruttoria, l’autorit non ritiene di avere le prove della collusione. Le aviolinee incassano una prima vittoria sul tema, ma devono prepararsi a fornire spiegazioni sull’indagine conoscitiva annunciata il 16 novembre. L’Agcm vuole indagare sui possibili effetti negativi sul funzionamento del mercato e sulle condizioni di offerta ai consumatori legati all’uso degli algoritmi di prezzo e approfondir le modalit di comunicazione al pubblico dei costi dei biglietti aerei e delle loro diverse componenti. Si preannuncia un 2024 altrettanto caldo per i rapporti tra vettori e istituzioni.
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