Un decreto legge fiscale che da una parte consenta di accelerare l’entrata in vigore di alcuni correttivi all’ultima legge di bilancio o alla riforma fiscale, e in particolare alle nuove norme sull’Irpef e sull’Ires, e dall’altra parte preveda lo slittamento in avanti di alcune scadenze fiscali, prime fra tutte l’entrata in vigore della sugar tax fissata per il prossimo primo luglio e destinata, almeno nelle intenzioni del Mef, a essere rinviata al primo gennaio 2026. Il nuovo provvedimento urgente dovrebbe arrivare nell’ultima settimana di maggio così da rendere operativi alcuni correttivi alla tassazione del reddito di impresa o delle persone fisiche che hanno un impatto immediato con le dichiarazioni dei redditi di quest’anno e dunque con l’anno d’imposta 2024.
Spese di trasferta tracciabili
Tra le norme più controverse, almeno in chiave applicativa per le imprese, dell’ultima legge di bilancio c’è la tracciabilità delle spese di trasferta. Per rispondere alle richieste di professionisti e imprese è in arrivo un perimetro più chiaro del nuovo obbligo di tracciabilità delle spese di trasferta introdotto dal primo gennaio 2025. Sul pagamento delle spese di trasporto (essenzialmente i taxi) o delle spese di vitto, si abbatte infatti una doppia mannaia fiscale sul dipendente e sull’impresa.
Nel primo caso, infatti, il rimborso delle spese sostenute è sottoposto a tassazione. Mentre sul fronte del datore di lavoro la penalizzazione è rappresentata nell’indeducibilità dei costi rimborsati ai dipendenti. Una nuova regola che, come detto, ha creato tanti problemi alle imprese, soprattutto perché in base alla formulazione attuale non ci sono confini territoriali e si applica sia alle spese sostenute sul territorio nazionale che all’estero. Un evidente controsenso visto che la misura nasce con finalità antievasione per colpire i destinatari dei pagamenti e portare a emergere reddito imponibile da parte di chi incassa magari in contante e poi non dichiara.
Ecco perché con la correzione di rotta destinata a entrare nel decreto legge fiscale (per garantirle quindi un’efficacia immediata) verrebbe limitato l’obbligo di tracciabilità alle sole spese di trasferta sostenute nel territorio nazionale. La riscrittura delle norma, inoltre, si rende necessaria per coordinarla con le nuove regole di tassazione del lavoro autonomo introdotte con la riforma fiscale e in particolare con il Dlgs Irpef-Ires.
Iva ridotta sulle opere d’arte
Sempre con uno sguardo rivolto all’estero, il Governo sta accelerando sul dossier della riduzione dell’aliquota Iva sulle cessioni di opere d’arte. Francia e Germania si sono già mosse nella direzione di ridurre il prelievo Iva (rispettivamente al 5,5% e al 7%) dando così un maggior impulso al commercio di dipinti e altre opere di rilievo. In Italia la delega fiscale (legge 111/2023) aveva fissato un principio che doveva portare verso una riduzione dell’aliquota Iva ordinaria al 22 per cento.