«Il 42% dei pubblici esercizi, tra il 2020 e il 2023, ha investito per allestire o ammodernare i dehors dei propri locali, per un valore che tocca i 700 milioni di euro. Parliamo di circa 110mila imprese che hanno agito per rispondere alle nuove esigenze di consumo della clientela nel rispetto dell’interesse pubblico alla sicurezza e al decoro urbano». Lo ha affermato il direttore generale di Fipe-Confcommercio, Luciano Sbraga, intervenuto davanti alla X Commissione della Camera dei Deputati nell’ambito dell’esame della proposta di legge “1486 Caramanna” sui dehors.
«La proposta di legge va nella direzione auspicata da tempo dalla Federazione – ha proseguito – e ha i meriti non solo di consacrare lo straordinario valore che ha assunto nelle città italiane la presenza di dehors collegati a ristoranti e caffè, ma anche la volontà di mettere in maggiore connessione Soprintendenze e Comuni, consentendo una migliore valorizzazione degli spazi su cui poter strutturare la somministrazione all’aperto».

Ma nel recente passato sui dehors non sono mancate le polemiche, in primis quelle legate alla “movida senza regole” in comuni turistici e amministrazioni importantanti come Roma e Milano. Le semplificazioni e la cancellazione della tassa di occupazione del suolo pubblico introdotte durante il periodo Covid per consentire di bere e mangiare all’aria aperta per limitare la possibilità di contagio sono state prorogate fino a dicembre 2024. Ma c’è chi si è schierato per rendere queste misure strutturali, compatibilmente a regole chiare e nel rispetto della fruibilità degli spazi pubblici; e chi invece sostiene che le concessioni (che dovevano essere d’urgenza e transitorie) si siano troppo spesso tramutate in un danno per il decoro urbano, la vivibilità e l’accessibilità di piazze e marciapiedi. Senza considerare la questione tasse sull’occupazione del suolo pubblico e i locali con più spazi interni che hanno visto aumentare la concorrenza da parte di chi ha potuto sfruttare tavolini open air.

«Stiamo elaborando, all’interno del disegno di legge sulla concorrenza, un provvedimento per rendere strutturali i tavolini all’aperto, i dehors, così che siano anche un elemento di decoro urbano. Su questo provvedimento ci stiamo confrontando con le associazioni settoriali e ovviamente anche con l’Anci, quindi con i Comuni. Pensiamo che possa essere un’occasione per rendere la ristorazione ancora più funzionale alla socialità e a quel decoro urbano che nei centri storici va sempre più affermato», aveva detto il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso nel corso della presentazione della Giornata della Ristorazione 2024.

Per questo il Codacons ha presentato una diffida formale. «Il Governo vuole rendere strutturale una misura che ha causato solo caos e degrado. Dehors, ombrelloni, pedane, tavoli e sedie installati su strade e piazze – ha affermato Carlo Rienzi, presidente Codacons – arrecano un enorme danno ai cittadini, che vengono privati di spazi pubblici e costretti a camminare facendo lo slalom tra le strutture piazzate da bar e ristoranti. Un caos che danneggia anche il decoro urbano e il turismo, rovinando l’immagine delle nostre città agli occhi dei visitatori stranieri. Senza contare l’abusivismo e l’assenza di controlli, che porta spesso all’occupazione di più spazio pubblico rispetto a quello consentito dai regolamenti locali».

La proposta di legge prevede una delega al Governo per «armonizzare e uniformare le disposizioni previste dal codice dei beni culturali e del paesaggio, di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, con la disciplina in materia di rilascio delle concessioni di spazi e aree pubbliche di interesse culturale o paesaggistico alle imprese di pubblico esercizio da parte dei comuni» e «prevedere una disciplina organica, efficace e coerente della materia, contemperando la tutela dei beni culturali e di interesse paesaggistico con gli obiettivi di governo del territorio degli enti locali e con gli obiettivi di carattere economico e di programmazione degli investimenti delle imprese, ferma restando la tutela della sicurezza, dell’ordine pubblico e del decoro urbano».

Share.
Exit mobile version