Per l’approvazione della proposta di legge sulla partecipazione gestionale, consultiva, organizzativa, economica-finanziaria dei lavoratori alla vita delle aziende è scattato il conto alla rovescia: il testo ha avuto il via libera della commissione Lavoro del Senato (nella stessa versione licenziata dalla Camera) , che ha dato mandato alla relatrice Paola Mancini (Fdi) di riferire in Aula di Palazzo Madama, dove è atteso nella prima settimana di maggio l’esame per il via libera definitivo.
La proposta di legge di iniziativa popolare su cui la Cisl ha raccolto 400mila firme, adottato come testo base dalla maggioranza alla Camera dove è stato oggetto di una serie di modifiche, ha avuto il pieno sostegno della premier Giorgia Meloni che ha rivendicato all’assemblea nazionale della Cisl di aver stanziato in manovra 72 milioni per assicurare le coperture agli incentivi previsti. Vediamo nel merito cosa prevede il testo attuativo dell’articolo 46 della Costituzione che sancisce il diritto dei lavoratori a un coinvolgimento attivo nella vita e negli utili delle imprese.
Due opzioni per la partecipazione gestionale
Sono due le opzioni previste per la partecipazione gestionale dei dipendenti. Nelle imprese che adottano un sistema di governance duale, gli Statuti possono prevedere, se previsto dai contratti collettivi, la partecipazione di uno o più rappresentanti dei dipendenti nel consiglio di sorveglianza. La seconda opzione riguarda le società che non adottano il sistema dualistico: in questo caso gli Statuti possono prevedere, se disciplinata dai contratti collettivi, la partecipazione al consiglio di amministrazione e al comitato per il controllo sulla gestione ove costituito, di uno o più amministratori rappresentanti dei dipendenti. In commissione Lavoro alla Camera è stato soppresso l’articolo che prevedeva l’obbligo per le società a partecipazione pubblica di integrare il Cda con un amministratore individuato dai dipendenti. In Aula alla Camera è stato approvato un emendamento che fa riferimento ai contratti dei sindacati comparativamente più rappresentativi.
Incentivi alla partecipazione economica e finanziaria
Per incentivare la partecipazione economica e finanziaria, nel 2025 sulla distribuzione ai lavoratori dipendenti di almeno il 10% degli utili complessivi è prevista l’applicazione di un’imposta sostitutiva del 5% dell’Irpef e delle addizionali regionali e comunali entro il limite di 5mila euro lordi, se in esecuzione di contratti aziendali o territoriali (il costo stimato è 49 milioni di euro). I piani di partecipazione finanziaria dei dipendenti possono prevedere anche l’attribuzione di azioni in sostituzione di premi di risultato.
Con un altro incentivo i dividendi corrisposti nel 2025 ai lavoratori, derivanti dalle azioni attribuite in sostituzione del Premio di risultato fino a 1.500 euro annui, sono esentasse per il 50% del loro ammontare (il costo stimato è 21 milioni).