La presidente del Consiglio si è detta «consapevole di quello che rappresento e sono consapevole di quello che sto difendendo». Da difendere ci sono l’export italiano ed europeo, che rischiano di pagare care le barriere commerciali americane, ma anche, secondo lei, l’unità dell’Occidente. Perché, resta la sua tesi, una guerra commerciale non conviene né agli Usa né all’Ue. «Con l’export produciamo ricchezza anche per gli altri – ha notato Meloni -, ed è bene per tutti continuare ad avere a che fare con l’Italia, perché l’Italia è in grado di produrre benessere, eccellenza e ricchezza». Gli imprenditori «sono con lei», ha assicurato il presidente di Confindustria Emanuele Orsini alla premier, auspicando che con Trump «trovi una sintesi positiva per l’Europa».
La cornice europea
Ed è nella cornice europea, con una serie di contatti costanti in questi giorni con Ursula von der Leyen, che Meloni ha costruito la strategia per convincere Trump al dialogo. Anche se finora, dopo il primo round di confronti con il commissario Ue al Commercio Maros Sefcovic, la proposta europea di un mercato libero transatlantico è stata respinta dagli americani. Mentre è sempre più eclatante il braccio di ferro tra Usa e Cina.
L’aumento delle spese militari in ambito Nato
Sul dossier Nato, spiegano fonti di governo, è in corso una ricognizione tecnica per individuare nuovi capitoli di spesa che si possono includere per arrivare alla quota del 2% rispetto al Pil, ad esempio la cybersicurezza. I calcoli dovrebbero concludersi a breve, ma per raggiungere il risultato non è escluso che servano ulteriori stanziamenti. Il tema Nato è stato affrontato da Meloni anche nell’incontro con il primo ministro della Norvegia Jonas Gahr Store, che ha ricordato di aver già superato il 3%, e ha concordato con la premier italiana sul fatto che «come ci difendiamo e da cosa ci difendiamo debbano essere il punto di partenza, non solo cifre e percentuali». Meloni assicurerà al presidente Usa che l’Italia è pronta a raggiungere il traguardo del 2% mettendo nei prossimi mesi altri 10 miliardi per la difesa e sosterrà l’ulteriore aumento che stabilirà il vertice Nato presumibilmente fissandolo al 3,5%. Un ulteriore incremento di spesa che in Italia vale oggi oltre 30 miliardi.
L’acquisto di gas naturale liquefatto dagli Usa
Va capito in quale entità l’Italia può acquistare gas naturale liquefatto, che è una delle richieste di Trump per riequilibrare il deficit commerciale con la Ue, e armi dagli Stati Uniti, assecondando la strategia che sta prendendo corpo a Bruxelles per scongiurare una guerra commerciale. Sul fronte del Gnl, Bruxelles si è detta pronta a rafforzare la diversificazione delle fonti energetiche, dopo il progressivo distacco dal gas russo, e ha sottolineato che «gli Stati Uniti sono assolutamente una delle opzioni possibili».
Il rapporto con la Cina
Un altro tema è il delicato posizionamento dell’Europa tra i due grandi rivali: Usa e Cina. Su questo la missione di Meloni negli States viene letta come un chiaro indicatore delle spinte in atto. Pechino sta puntando a sfruttare il malcontento verso Trump per incunearsi tra le due sponde dell’Atlantico. Meloni potrebbe ribadire a Trump come l’Italia insisterà affinché la Commissione Ue riveda il Green Deal, a partire da un rinvio dello stop alla vendita delle auto a motore endotermico, fissato per il 2035. E, a sua volta, potrebbe essere chiamata a fornire spiegazioni sulla web-tax ed altre normative invise agli americani.