TIRANA- Nel tentativo estremo di imporre alla Russia un cessate-il-fuoco nella guerra in Ucraina, l’Unione europea ha annunciato ieri un nuovo pacchetto di sanzioni contro Mosca. L’annuncio è giunto qui a Tirana durante una riunione della Comunità politica europea, il consesso che raggruppa i dirigenti nazionali di quasi cinquanta Paesi europei e che ieri ha messo vividamente in luce – con l’aiuto di Washington – l’isolamento della Russia sul continente.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky «era pronto per un incontro. Il presidente russo Vladimir Putin non si è presentato. Questo dimostra una cosa: il presidente Putin non vuole la pace», ha detto ieri a Tirana la presidente dell’esecutivo comunitario Ursula von der Leyen, a margine di un summit che si svolge tendenzialmente ogni sei mesi. «Vogliamo la pace e dobbiamo aumentare la pressione finché il presidente Putin non sarà pronto al negoziato».
Le nuove pressioni giungono in un momento cruciale nella guerra tra la Russia e l’Ucraina. Ieri a Tirana dominava il desiderio dei dirigenti europei di imporre a Mosca una cessazione delle ostilità. Le circostanze di questa coesione sono da ricercare in un conflitto che sta ormai provocando grave instabilità sul continente. C’è di più. Lo stesso ritorno dirompente di Donald Trump alla Casa Bianca ha fatto scattare un riavvicinamento di Bruxelles prima con Londra, e poi con Ankara.
Viceversa, la scelta (per ora) del presidente Putin di non negoziare con il presidente Zelensky ha indebolito Mosca (prima del negoziato a Istanbul tra le delegazioni russa e ucraina, si è tenuto ieri un incontro fra Turchia, Stati Uniti e Ucraina, significativamente in assenza della Russia). «La delegazione russa a Istanbul è senza potere (…) Se dovesse risultare che questa è davvero solo di facciata e non può ottenere alcun risultato, il mondo deve reagire», ha detto il presidente ucraino.
A margine dei lavori qui a Tirana si è svolto un incontro con il presidente Zelensky dei leader della Francia, della Gran Bretagna, della Germania e della Polonia (assente l’Italia). I cinque dirigenti europei hanno anche parlato al telefono con il presidente Trump. I sei paesi considerano che «la posizione russa è chiaramente inaccettabile», secondo il premier inglese Keir Starmer, che ha poi aggiunto: «Non accetto che la Russia rinvii il cessate-il-fuoco alle calende greche». Duro è stato anche il premier polacco Donald Tusk: «La parte russa non ha mostrato alcuna buona volontà». Nei fatti, Parigi, Londra, Berlino e Varsavia hanno concordato con la Casa Bianca di coordinare una propria risposta congiunta nel caso la Russia continui a temporeggiare. In buona sostanza il prossimo pacchetto di sanzioni europee sarà coordinato con gli Stati Uniti, ha precisato lo stesso presidente francese Emmanuel Macron in una conferenza stampa conclusiva.