Le idee per veicolare oltre 30 miliardi idee per veicolare oltre 30 miliardi di euro verso l’economia reale non mancano e sono state raccolte in dieci proposte da AssoNext. Occorre, però, iniziare ad agire e disegnare robusti incentivi fiscali per incoraggiare concretamente gli investimenti a lungo termine verso le imprese domestiche. Del resto il sostegno alle Pmi è una priorità strategica per il Governo italiano e per l’Unione Europea, che hanno promosso diverse misure strategiche per facilitare l’accesso delle imprese al mercato dei capitali.
Per dialogare e confrontarsi sulle proposte volte a convogliare una quota maggiore del risparmio degli italiani verso le Pmi del BelPaese, l’Associazione italiana delle Pmi quotate ha organizzato un evento a Palazzo Montecitorio a Roma giovedì prossimo, 22 maggio, con la partecipazione di un folto parterre istituzionale. «Le Pmi sono un pilastro dell’economia nazionale – afferma Giovanni Natali, presidente di AssoNext – ma da sempre faticano ad accedere a capitali di lungo periodo: oggi più che mai, la scarsa liquidità del mercato azionario loro dedicato (Euronext Growth Milan, ndr) scoraggia le quotazioni e incentiva i delisting, penalizzando la competitività del nostro Paese. Dare sostegno all’economia reale rappresenta dunque una priorità strategica per favorire crescita, innovazione e occupazione del Made in Italy, sul mercato domestico e internazionale. Bisogna favorire un maggiore coinvolgimento di investitori istituzionali come assicurazioni, fondi pensione e casse professionali».
Le cifre in ballo
Oggi meno del 3% delle risorse dei fondi pensione viene investito in aziende italiane. In Germania, Francia e Spagna circa il 20% è investito in imprese domestiche, il 50% in Svezia. Quanto alle assicurazioni ramo vita circa il 2% del patrimonio è investito in azioni di società tricolori e fondi azionari destinati a imprese nazionali. Se la quota di investimenti salisse al 10% dei circa 190 miliardi gestiti dalla previdenza complementare i mercati finanziari italiani potrebbero diventare un pilastro della crescita del Made in Italy. E se si aggiungesse un aumento della componente azionaria delle assicurazioni vita dal 2% al 5% ciò comporterebbe nel complesso un afflusso di oltre 30 miliardi di euro verso l’economia reale italiana.
I fondi pensione e le compagnie di assicurazione possono svolgere un ruolo cruciale, per canalizzare risorse finanziarie verso le Pmi quotate. Inoltre, la presenza di investitori istituzionali di lungo periodo ridurrebbe la volatilità delle small e mid cap, migliorando la loro capacità di attrarre nuovi investitori privati e istituzionali, accrescerebbero la liquidità e favorirebbe nuove quotazioni per rafforzare i segmenti dedicati alle Pmi quotate a Pizza Affari.
Gli incentivi fiscali
Il tema della valorizzazione del risparmio previdenziale è, quindi, uno strumento centrale di sviluppo per l’economia del Paese e negli ultimi anni ha assunto un rilievo crescente nel dibattito istituzionale. Adesso bisogna utilizzare le leve degli incentivi fiscali per dimostrare che oltre ai dibattiti e alle dichiarazioni c’è anche l’effettiva volontà di agire in tale direzione. Anche la Commissione parlamentare di controllo sugli enti previdenziali ha evidenziato, in numerose audizioni, l’opportunità di orientare una quota più significativa delle risorse dei fondi pensione e delle casse previdenziali verso l’economia reale italiana, con specifica attenzione alle Pmi quotate. «A tal fine proponiamo l’introduzione di incentivi fiscali mirati – spiega Lukas Plattner, partner di Advant Nctm e membro del comitato scientifico di AssoNext -. Una fiscalità di scopo capace di rendere più attrattivo l’investimento in asset domestici. Attualmente, il quadro normativo italiano prevede un regime parzialmente incentivante: è infatti prevista l’esenzione da imposta sui rendimenti per gli investimenti in imprese italiane (anche attraverso Pir o fondi di venture capital), fino a un limite del 10% dell’attivo del fondo, a condizione di una detenzione minima quinquennale. Tuttavia, secondo le analisi di Banca d’Italia, tale misura ha avuto un impatto modesto, con una quota di patrimonio investita in strumenti emessi da imprese italiane ancora molto contenuta». Occorre quindi andare oltre e le proposte di Assonext potrebbero dare nuovi stimoli, anche ai datori di lavoro, per veicolare maggiore risorse verso i fondi pensione, a loro volta incentivati a investire maggiormente nel tessuto produttivo italiano.