La nuova frontiera dell’industria farmaceutica sono gli anti-tumorali alternativi alla chemioterapia. Gli analisti del comparto da tempo sottolineavano che è ora di smettere di parlare dei farmaci anti-obesità, che pure stanno arricchendo i bilanci di gruppi come Eli Lilly e Novo Nordick, ed è giunto il momento di concentrarsi sulla concorrenza che si svilupperà sui farmaci anticorpo-coniugati (antibody-drug conjugates, Adc) di nuova generazione. Si tratta di una classe di farmaci biotech che presenta la massima efficienza nel somministrare una sostanza citotossica alle cellule tumorali in modo perfettamente selettivo, senza danneggiare i tessuti circostanti.

I nuovi anti-tumorali

Le stime degli esperti, per altro, vanno i questa direzione. L’oncologia, secondo Iqvia, è la principale fonte di vendite del settore farmaceutico già oggi con un fatturato previsto di 440 miliardi di dollari nel 2028. Gran parte di questa crescita proverrà proprio dagli Adc, il cui mercato a lungo termine, secondo gli analisti di Morgan Stanley, potrebbe valere oltre 140 miliardi di dollari.

Attualmente i farmaci Adc approvati dalla Fda statunitense sono solo 15, due dei quali fanno capo ad Astrazeneca. E proprio il gruppo britannico-svedese questa settimana ha sorpreso il mercato con stime al 2030 di un raddoppio del fatturato, che dai 45,8 miliardi di dollari del 2023 raggiungera gli 80 miliardi di dollari. La società prevede una crescita significativa dell’attuale portafoglio di prodotti oncologici, biofarmaceutici e per malattie rare e il lancio di 20 nuovi farmaci entro la fine del decennio, anche grazie a ingenti investimenti.

I multipli del pharma

A ottobre scorso AstraZeneca ha annunciato risultati importanti negli studi clinici relativi al cancro ai polmoni e al cancro al seno, che hanno dimostrato come gli Adc siano più efficaci della chemioterapia. Nella ricerca il gruppo anglo-svedese ha collaborato con la società farmaceutica giapponese Daiichi Sankyo. E proprio quest’ultima, secondo la società di intelligence farmaceutica Evaluate, dovrebbe diventare il leader degli Adc da qui al 2028, partendo dai 10 miliardi di dollari di fatturato del 2023.

Un segnale delle potenzialità dell’azienda viene dal multiplo prezzo/utili (P/E) a cui vengono scambiate le azioni che è già pari a 52 volte, molto alto per il settore e superiore a quello di Novo Nordisk (45%) e di AbbVie (49%). Eppure fra i ricavi di Daiichi Sankyo e quelli delle big del settore c’è ancora un abisso, così come per la capitalizzazione di Borsa. La società nipponica vale 67,5 miliardi di dollari contro i 590 miliardi di Novo Nordick, solo per fare un esempio.

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