Nato a Torino si era affermato realizzando dal 1965 tappeti che denunciavano la mercificazione dell’ambiente. La sua fama era arrivata in tutto il mondo
A proposito dei suoi Tappeti-Natura, quelle ricostruzioni in poliuretano espanso di porzioni di ambiente naturale (prati, sottoboschi, greti di fiume) che lo avrebbero reso famoso, Piero Gilardi (scomparso all’et di 80 anni) nel 1966 aveva scritto: Spero di poter riunire, un giorno, tutti i tappeti che sto realizzando in un luogo largo e piano, racchiuso da una cupola informe e opalescente: in quell’ambiente rarefatto l’immagine di ogni tappeto comincer a dilatarsi e deformarsi secondo un ritmo organico incomprensibile ma accettabile. Un modo per confermare come la missione di quei Tappeti (i primi risalgono al 1965): coinvolgere lo spettatore attraverso l’esperienza tattile e corporea, pongono l’accento su uno dei paradossi dell’et moderna denunciando la mercificazione (e il degrado) della natura e uno stile di vita ritenuto sempre pi artificiale.
Quei Tappeti hanno racchiuso l’impegno etico, ecologico e politico di Gilardi. Sono stati un modo per concretizzare il suo sogno: il sogno di una natura ideale, incontaminata, ricreata attraverso un materiale artificiale come il poliuretano espanso, che assume forma mediante la tecnica dell’intaglio per poi essere impregnato di pigmento sintetico, nelle prime sperimentazioni sciolto in resina vinilica e successivamente in lattice di gomma. All’epoca l’intento dell’artista era quello di realizzare dei veri e propri oggetti estetici fruibili praticamente che superassero il dualismo tra arte e tecnologia, tra natura e artificio, tra corpo e mondo, soffici tappeti era possibile camminare, coricarsi, vivere un’esperienza multisensoriale.
Nato a Torino il 3 agosto 1942 Piero Gilardi ha iniziato il suo percorso artistico negli anni Sessanta nel clima culturale della Post-Pop Art facendosi conoscere dal grande pubblico proprio grazie ai suoi Tappeti-Natura. Figlio della pittrice e modella Cecilia Lavelli, debutta nel 1963 con un’esposizione neodadaista di Macchine per il futuro presso la Galleria L’Immagine di Torino, partecipando alla nascita dell’Arte Povera e della Land Art. Nel clima fortemente politicizzato della fine degli anni Sessanta, Gilardi decide per di interrompere la propria produzione artistica (Totem Domestico, 1964; Vestito-Natura e Sassi, 1967) cercando nuove esperienze di vita nelle aree periferiche del pianeta, partecipando all’elaborazione teorica di nuove tendenze artistiche: Land Art, Antiform Art, Arte Microemotiva.
Affiancando la propria attivit artistica alla militanza politica in formazioni della cosiddetta nuova sinistra (sinistra extraparlamentare o estrema sinistra), abbracciando i movimenti artistici della creativit collettiva e spontanea, vivendo esperienze creative non solo in Italia, ma anche in Nicaragua, in vari Paesi dell’Africa e nei territori dei nativi americani negli Stati Uniti.
Gilardi far ritorno alla piena produzione artistica dal 1981, raccontando il proprio percorso artistico-ideologico in un testo intitolato Dall’arte alla vita, dalla vita all’arte, pubblicato nel 1981. Seguir nel 2000 Not for sale per Mazzotta editore. Il suo ritorno all’arte coincide con una ricerca interattiva e multimediale, volta al coinvolgimento pieno e dinamico del pubblico nelle installazioni da lui create (Pulsazioni, Absolut, Shared emotion).
Dal 2002 Gilardi stato impegnato nella realizzazione del PAV (Parco d’arte vivente) di Torino, aperto nel 2006, centro sperimentale di arte contemporanea integrato nella natura. Tra le numerose personali quelle alla Pinacoteca comunale, Loggetta Lombardesca, di Ravenna (1999), alla Galleria civica di Modena (2006), al Castello di Rivoli (2012), al PAV di Torino (2013), al MAXXI di Roma (2017) e al Michel Rein di Parigi (2020). A maggio 2022, il Magazzino Italian Art di Cold Spring, nello stato di New York ha aperto al pubblico una mostra dedicata a Gilardi e ai Tappeti-Natura. La mostra, la prima negli Stati Uniti che un museo ha dedicato all’artista italiano, presenta un’ampia selezione di opere di rilievo con prestigiosi prestiti provenienti da istituzioni pubbliche e private europee e americane. Curata da Elena Re — critica d’arte e curatrice indipendente specializzata in arte italiana — Gilardi: Tappeto-Natura prendeva corpo dalla generosa donazione fatta da Gilardi a Magazzino per raccontare e fare luce sull’esperienza di un pioniere che, nel pieno degli anni Sessanta, aveva avviato un dialogo tra Italia e Stati Uniti e che ancora si impegna con costanza per la formazione di una comunit artistica internazionale, che incarni il legame tra arte e vita.
5 marzo 2023 (modifica il 5 marzo 2023 | 16:03)