Era nato a Varese nel 1948 da genitori siciliani. Editore, critico, docente universitario, aveva curato la mostra sui maestri del Compasso d’Oro che ha aperto il 18 ottobre a Milano
Doveva esserci anche lui, il 18 ottobre, all’Adi Design Museum di Milano, a inaugurare la mostra che aveva curato con tanta passione, Fotografia alla carriera. Omaggio della fotografia italiana ai maestri del Compasso d’Oro. Con Michele Nastasi aveva contattato i più grandi, come lo era lui, del resto. Li aveva convinti a partecipare al progetto, e il risultato è una raccolta di 151 immagini in formato poster. Giovanni Chiaramonte, gigante della fotografia, è morto lo stesso 18 ottobre. Aveva 75 anni.
Protagonista della fotografia italiana e internazionale, artista concettuale, critico, curatore, docente universitario, editore: personalità poliedrica, Giovanni Chiaramonte era nato a Varese nel 1948 da genitori siciliani, originari di Gela. Nel 1961 è a Milano dove conclude gli studi filosofici.
Inizia a fotografare alla fine degli anni Sessanta, nel solco della ripresa della forma figurativa, dopo la grande stagione astratta e informale di certe tendenze della Pop Art e dell’Arte concettuale. La sua poetica si forma nella tradizione teologica ed estetica della Chiesa d’Oriente, incontrata in Pavel Evdokimov, Olivier Clément e, soprattutto, nel regista russo Andrej Tarkovskij, e ha come tema principale il rapporto tra luogo e destino nella civiltà occidentale.
Nel 1974 espone alla Galleria Il Diaframma a Milano. Nel biennio successivo approfondisce gli studi teologici, si avvicina alla fotografia americana e al lavoro di Ugo Mulas; nel 1977 fonda con Luigi Ghirri (e non solo) la casa editrice Punto e Virgola, mentre dirige dal 1980 al 1989 la collana omonima per Jaca Book. Nei primi anni Ottanta ha inizio la sua produzione saggistica e l’attività di curatore. Nel 1984 è tra i fotografi coinvolti da Luigi Ghirri nell’impresa Viaggio in Italia, e due anni dopo in Esplorazioni sulla via Emilia; tra il 1984 e il 1988 completa il lavoro Terra del ritorno. Del 2005 è il volume Attraverso la pianura, che raccoglie immagini (sua caratteristica, il formato quadrato) realizzate a partire dal 1987 e dedicate al tema del territorio padano attraversato dalle autostrade.
Attività instancabile, quella di Chiaramonte: nel 1990 fonda le collane di fotografia di Federico Motta Editore, che dirige fino al 1993, anno in cui dona al Centro studi e archivio della comunicazione di Parma la rassegna Luogo e identità nella fotografia europea contemporanea. A oggi, lo Csac conserva un fondo Giovanni Chiaramonte composto da 517 stampe fotografiche. Nel 2000 con i poeti e scrittori Maurizio Cucchi, Milo De Angelis, Luca Doninelli, Umberto Fiori, Giovanni Raboni, Davide Rondoni pubblica ed espone alla Triennale l’opera Milano. Cerchi della città di mezzo. In occasione del restauro della facciata della Scala realizza il volume d’artista In corso d’opera.
Nel 2002 dà vita alla collana di fotografia delle Edizioni della Meridiana di Firenze e nel 2007 a quella di Itaca/Ultreya. Ancora: nel 2010 è all’Expo di Shangai con Nascosto in prospettiva. Nel frattempo pubblica un centinaio di servizi per le più importanti riviste di architettura («Lotus», «Domus», «Casabella», «Abitare»), poi insegna, studia, vince premi e nel 2005 ottiene la laurea honoris causa in Architettura dell’Università di Palermo.
Chiaramonte firma la copertina de «la Lettura» #328 dell’11 marzo 2018. Due figure sospese su una linea invisibile. «Il suo percorso — scrive Gianluigi Colin accompagnando la cover dell’inserto culturale del “Corriere” — è quello di un Realismo infinito, cioè esperienza e rappresentazione di ciò che è presenza dell’uomo nel suo essere spazio. Animato da una forte spiritualità, Chiaramonte costruisce un intenso racconto dove la fotografia è viaggio interiore, meditazione, riflessione sul senso dell’esistenza».
18 ottobre 2023 (modifica il 18 ottobre 2023 | 12:37)