La compagna di una vita morta a 86 anni lo scorso 26 marzo. L’eredit del grande scrittore cos vacante: comprende almeno due case, un palazzo e soprattutto l’archivio con i suoi manoscritti
Maria Kodama, vedova del grande scrittore argentino Jorge Luis Borges (1899-1986), morta lo scorso 26 marzo, non ha lasciato alcun testamento. Lo ha reso noto, come riferisce la stampa argentina, l’avvocato Fernando Soto, il legale che ha difeso la vedova dell’autore nelle sue numerose cause. Soto ha avviato una richiesta alla magistratura di Buenos Aires per dichiarare l’eredit vacante: comprende almeno due case, un palazzo e soprattutto l’archivio con i manoscritti di Borges. L’avvocato spera che il tribunale nomini al pi presto un curatore per i diritti sulle opere di Borges e per i beni della Fondazione Internazionale Borges, che Kodama ha presieduto dal 1988 fino alla morte.
Per molto tempo al grande autore dell’Aleph, quasi completamente cieco, Kodama raccont
il mondo, scavalcando l’ oscurit e i 38 anni di differenza. Kodama era nata come Mara Kodama-Schweizer a Buenos Aires il 10 marzo 1937, da padre giapponese, l’architetto Yosaburo Kodama, e da madre tedesca. Fu allieva dello scrittore, che aveva incontrato per la prima volta a 16 anni e, nel 1975, divent non soltanto la sua assistente personale, ma anche i suoi occhi.
Il matrimonio con Borges avvenne per procura in Paraguay il 26 aprile 1986, due mesi prima della scomparsa dello scrittore a Ginevra. La notevole differenza di et tra di loro e la tenacia con cui faceva da scudo al marito, le numerose controversie legali che ha affrontato nel mondo editoriale, hanno contribuito ad alimentare i giudizi critici sul suo conto. Da quell’ombra che lo aveva seguita per tutta la vita si difese in un’autobiografia scritta insieme al giornalista Mario Mactas: era stato Borges a insistere per sposarsi e a nominarla sua unica erede.
Kodama ha sempre insistito per avere l’ultima parola sui diritti del marito. Negli ultimi anni aveva affermato di avere un accordo per cedere il suo patrimonio a due universit, una negli Stati Uniti e l’altra in Giappone, ma non lo aveva messo per iscritto e quindi non si pu procedere.
Maria non amava parlare delle sue malattie, la sua morte era un argomento che non voleva affrontare – ha detto Soto ai giornalisti, convocati nel suo ufficio -. Voleva l’opera di Borges fosse difesa adeguatamente; si augurava che le universit all’estero intervenissero per garantire l’obiettivit del trattamento verso Borges che in Argentina, a causa dell’ambiente politico, ideologico, non aveva ricevuto.
4 aprile 2023 (modifica il 4 aprile 2023 | 20:07)