Marted 2 maggio arriva nelle librerie la nuova edizione dello storico dizionario di Nicola Zingarelli (Zanichelli). Quasi 2.700 pagine e oltre 5.500 parole dell’italiano fondamentale. Andiamo alla scoperta di una lingua meno povera
Un po’ pi, un po’ meno, un po’ prima, un po’ dopo. Quando l’ormai novantenne Ruggero Bauli rivel a un cronista di Verona quale fosse il segreto del pandoro che aveva fatto la sua fortuna dopo essere scampato in giovent al naufragio del Principessa Mafalda non voleva affatto essere evasivo. Non era questione di ingredienti: farina, uova, zucchero… A disposizione di tutti. Come i colori, le parole, le note musicali… Metterli insieme: quella l’arte. E bacia i pittori, i poeti, i musicisti. Questione di dettagli. Sfumature.
Parton leggieri e pronti/ dal petto i miei pensieri, scrive Lorenzo de’ Medici nella celebre Ballata. E lo stesso Gabriele d’Annunzio prende a prestito quell’incipit, raccontano Cristina Montagnani e Pierandrea De Lorenzo (Come lavorava D’Annunzio, Carocci) per accreditare l’idea di scrivere cos, di getto, spinto dalla sua musa ispiratrice, tutto chiaro, tutto liscio, tutto in testa, ma in realt scrive su fogli sciolti, e sulla scrivania ha poi altre carte, sempre gruppi di fogli sciolti, su cui prova e riprova un sintagma, risolve un verso o una rima inceppata, studia un giro di frase e una strofa. Carte quindi molto travagliate, sofferte, pasticciate, che il poeta, appena giunge a una redazione soddisfacente, getta nel cestino. Via, che non resti traccia di dubbi…
E se era cos per il Vate, immaginate gli altri. Il manoscritto de L’Infinito di Giacomo Leopardi conservato alla Biblioteca Nazionale di Napoli mostra gi in poche righe un paio di ritocchi. Nei primi e celeberrimi versi (Sempre caro mi fu quest’ermo colle,/ e questa siepe, che da tanta parte/ dell’ultimo orizzonte il guardo esclude…) l’ultimo orizzonte rimpiazza il celeste confine e verso la fine l’immensit rivista in infinit. Piccole ma centrali correzioni destinate a essere studiate per decenni. Una quarantina d’anni dopo l’editore Auguste Poulet-Malassis perde la pazienza per la pignoleria di Charles Baudelaire: Mio caro Baudelaire, da due mesi stiamo rileggendo Les Fleurs du Mal e ne abbiamo stampato solo cinque pagine. L’autore, racconter Anais Ginori che la rilettura dur quattro mesi, un maniaco della precisione, un perfezionista, correttore di se stesso a oltranza. Le bozze di stampa del 1857 sono un campo di battaglia. Note a margine, passaggi sbarrati, altri aggiunti, dubbi, intuizioni, commenti per l’editore e il tipografo. Baudelaire controlla tutto, non solo i suoi versi, ma anche la grafica, l’impaginazione, la grandezza dei caratteri….
Non molto meno patiranno infinite attese gli editori de La Recherche di Marcel Proust e pi ancora, forse, dell’Ulysses di James Joyce. Poche pagine dei quaderni oggi visibili online dicono tutto: un incubo. Al punto che davanti a 56 correzioni e correzioni delle correzioni precedenti in rosso, nero o blu ammucchiate in due paginette appare lampante che il grande scrittore irlandese fu costretto a fermarsi talora perch non c’era il pi piccolo spazio vuoto dove infilare una sillaba, e ti chiedi come fece quel libro ad arrivare alla stampa. Basti dire che i dilettanti incaricati dall’autore di trascrivere quei quaderni fecero un’infinit di pasticci. Finch nel 1986 usc la notizia che il responsabile di una nuova edizione del capolavoro, Richard Ellmann, aveva dichiarato che se Joyce aveva impiegato sette anni a scrivere l’Ulisse, ce n’erano voluti altri 44 per rintracciare tutti gli errori di trascrizione: oltre cinquemila. Il che aveva reso l’opera, gi difficile, qua e l incomprensibile. Domanda: se avessero avuto a disposizione un computer per poter correggere e ricorreggere ogni parola all’infinito certi geni della letteratura avrebbero mai finito le loro peregrinazioni alla ricerca del testo perfetto con la parola esatta al posto esatto? Mah…
una curiosit che stuzzica. Tanto pi oggi che sta per uscire, il 2 maggio, lo Zingarelli 2024. Nuova edizione dello storico dizionario di Nicola Zingarelli edito da Zanichelli che promette nella versione di carta (2.688 pagine, 145.000 voci, oltre 380.000 significati fra cui circa 1000 nuove parole e locuzioni o nuovi significati, oltre 5.500 parole dell’italiano fondamentale…) e pi ancora in quella digitale, un’offerta di parole, sinonimi e variabili di ogni genere in grado di accontentare (forse) perfino quei perfezionisti incontentabili di cui dicevamo.
A partire dalle new entry (come i lemmi armocromia appena evocata da Elly Schlein o complessificare evocato dalla nostra burocrazia) e dallo spazio dato a un migliaio di sfumature. Esempio? Abbondante — ricco — lauto — opulento. Abbondante ci che esiste in grande quantit, copioso. Anche ricco indica abbondanza di qualcosa, ma esprime grande disponibilit soprattutto di denaro. Lauto ci che abbondante e nello stesso tempo splendido, sontuoso. Opulento ci che molto abbondante e talmente ricco, dovizioso da sfiorare lo spreco o l’eccesso.
L’obiettivo? Fare riscoprire il vocabolario ai ragazzi che oggi usano soprattutto negli scambi di Sms e WhatsApp una lingua sempre pi povera ed elementare cos come ai docenti che non sempre hanno chiaro come l’uso del dizionario possa essere utilissimo nel loro lavoro e nel loro rapporto con gli allievi, spiega il lessicologo Mario Cannella che da quarant’anni cura lo Zingarelli e con Beata Lazzarini e Andrea Zaninello ha curato anche questo. A farla corta bisogna andare oltre l’uso “apri e chiudi” di una volta. Se devi toglierti il dubbio sull’ortografia di una parola basta andare su Google. Ma se vuoi capirla, quella parola, devi andare sul dizionario.
Ma quale dizionario? Quello pi aperto, rispondeva Gabriel Garca Mrquez, che lavorava nel suo studio a Citt del Messico circondato da decine di diversi vocabolari di diversi settori e diverse lingue per attingere qua e l tutto ci che gli serviva per raccontare le sue storie straricche di fantasie apparentemente spontanee e buttate l di getto: Per me, l’idioma migliore non quello pi puro, ma quello pi vivo. Ossia, il pi impuro. Lui, colombiano, scrisse sul Corriere nel 1981, amava quello messicano, il pi immaginoso, il pi espressivo, il pi flessibile forse perch la lingua d’emergenza di una nazione che dimentic gli idiomi nazionali antichi e al tempo stesso impar male quello che port Hernn Corts. La sintesi raggiunge a volte dimensioni magiche.
Quanto sia fondamentale questo rilancio del vocabolario (secondo Jean Cocteau ogni capolavoro letterario altro non , in estrema sintesi, che un dizionario in disordine) e quanto sia indispensabile per il futuro stesso del nostro Paese, lo ricordava tre anni fa in Senza parole. Piccolo dizionario per salvare la nostra lingua, il linguista Massimo Arcangeli spiegando che tra centinaia di aspiranti alla laurea l’uso del lemma solerte (che adempie alle proprie mansioni con cura, diligenza, attenzione sullo Zingarelli) era assurdo: Una preghiera solerte, Mio fratello ha fatto un giuramento solerte, Solerte mi alzano di prima mattina. Per non dire di apodittico (evidente, irrefutabile): Su 176 matricole universitarie testate nel 2019 ben 175 non han saputo indicare nessun sinonimo. Figurarsi le sfumature.
Peccato. Non solo perch come spieg Stendhal ne La Certosa di Parma narrando di come Fabrizio recluso vede Clelia l’amore coglie sfumature invisibili a un occhio indifferente e ne trae conseguenze infinite. Ma anche perch in un Paese come il nostro, cos spaccato tra amici e nemici posseduti gli uni e gli altri da schemi, rancori e odii insuperabili, la perdita delle sfumature ogni giorno pi grave. E il loro recupero avrebbe una dimensione perfino etica.
Il progetto. Voci firmate da Armani e Del Piero
Il vocabolario della lingua italiana
Zingarelli 2024
, pubblicato da Zanichelli, esce marted. Contiene 145 mila voci, oltre 380 mila significati fra cui mille nuove parole e significati che raccontano il presente, pi di 5.500 parole dell’italiano fondamentale. Un particolare accento posto sulle sfumature di significato, cio parole che esprimono concetti simili ma ognuna di loro si usa in una accezione specifica o in un contesto diverso. Infatti, mentre la sinonimia privilegia le affinit di significato, le sfumature (nell’infografica qui accanto tre esempi) sottolineano le differenze tra le parole che rendono pi ricco l’italiano.
Il volume (pagine 2.688, euro 78, che ha anche una versione digitale) contiene inoltre 136 definizioni firmate da autori che si sono distinti nei rispettivi campi (per esempio identit di Elena Ferrante, stile di Giorgio Armani, dieci di Alessandro Del Piero). L’uscita del dizionario stata preceduta da un concorso rivolto a studenti degli ultimi tre anni delle superiori, chiamati a scrivere un elaborato fra sette tracce. Una traccia, proposta dal Corriere, ha suggerito una riflessione su libri e conoscenza a partire da un testo di Claudio Magris. Lanciato da Zanichelli e Scuola Holden, il concorso assegna una borsa di studio per la Holden e tre menzioni speciali (una partecipazione a Radio Deejay, un servizio su SkyTg24, la pubblicazione del testo su la Lettura).
29 aprile 2023 (modifica il 29 aprile 2023 | 22:30)