Marted 29 novembre esce per Einaudi Stile libero Caminito, che segna il ritorno (siamo nel 1939) del poliziotto napoletano: una nuova indagine, la sua vita di padre, l’ombra nera del fascismo
mai possibile che dopo tanti anni ancora non hai capito che, se sono in ufficio puoi venire senza chiedere il permesso?. Sono queste le prime parole, confidenziali e amichevoli, con cui il commissario Ricciardi torna nelle vite dei lettori. Il tono quello di chi riprende un dialogo appena interrotto e invece quello del poliziotto stato un silenzio durato anni. Il ritorno avviene nel nuovo romanzo di Maurizio de Giovanni
Caminito. Un aprile del commissario Ricciardi che esce marted 29 novembre da Einaudi Stile libero.
Era stato lo stesso de Giovanni a decidere la temporanea uscita di scena del suo popolare personaggio, il primo uscito dalla fantasia dello scrittore partenopeo e da subito uno dei pi amati dal pubblico. L’addio momentaneo era avvenuto con Il pianto dell’alba (2019), ambientato nel 1934. Ora finalmente il nuovo episodio, un’indagine che si svolge nel 1939, alle porte della tragedia della Seconda guerra mondiale che sconvolger l’Europa e dopo la quale l’Italia non sar pi la stessa. Alla vigilia di questo ritorno vale la pena ripercorrere brevemente la carriera letteraria del commissario Ricciardi: il personaggio era nato per gioco e per sfida nel 2005 in un racconto inviato a un concorso di gialli, nucleo di quello che sarebbe diventato poi nel 2006 un romanzo, Le lacrime del pagliaccio (edito da Graus), riproposto l’anno dopo come Il senso del dolore. L’inverno del commissario Ricciardi (Fandango), che anche la prima delle quattro stagioni del poliziotto. La serie (approdata nel frattempo a Einaudi Stile libero) si poi allargata con successive avventure per un totale di dodici che coprivano un preciso arco temporale della vita di Ricciardi, dal 1931 al 1934, anni cruciali in cui la situazione in un’Italia ancora abbagliata dall’epica fascista comincia a peggiorare.
Ora dopo uno stacco di cinque anni ritroviamo Luigi Alfredo Ricciardi sempre in servizio alla Squadra mobile della Regia questura di Napoli; sempre riservato, introverso, pensieroso; e sempre circondato da affetti e amicizie. Anche se non mancano su questo fronte importanti novit e defezioni dovute a contingenze storiche e fatti della vita. Una novit il misterioso personaggio femminile che si fa chiamare Laura, che ha l’onere e l’onore di aprire e chiudere il romanzo, una donna costretta a fuggire e rifarsi una vita dall’altra parte del mondo per la paura nell’Italia fascista di essere brutalmente uccisa, di essere fatta sparire, di essere rapita e magari torturata. Agli appassionati della serie non risulter difficile fare ipotesi sulla vera identit, che troveranno soluzione nel finale.
L’invito iniziale di Ricciardi a entrare in ufficio senza chiedere il permesso rivolto al brigadiere Maione che viene a portagli la notizia di un duplice omicidio: un giovane uomo, primo ufficiale di una nave di passaggio in citt, e una giovane donna, una ragazza che sognava la felicit, attorno a cui ruota la nuova indagine.
Sarebbe stato facile, perfino legittimo, per un autore che ha saputo dare vita a un personaggio tanto felice, proseguire lungo la strada maestra, dare al suo commissario un passato generico, adagiarlo nella routine, cristallizzarlo indagine dopo indagine. Invece de Giovanni ha altri progetti per la sua creatura: farla vivere davvero. Per questo preferisce aprire nuove strade, percorrere con lui al fianco sentieri poco battuti. E forse, alla luce di ci, non un caso che proprio Caminito, ovvero in spagnolo stradina, piccolo sentiero, sia il titolo di questa nuova avventura. Il rimando al celebre brano argentino che a pi riprese si incrocia con le vicende del romanzo.
Un piccolo sentiero: come quello che conduce nella zona periferica di San Giovanni, a Napoli, nel boschetto dove si era appartata la coppietta colta nell’intimit dell’amore e brutalmente ammazzata: sotto lei con la gola squarciata, sopra lui con il cranio sfondato.
Un piccolo sentiero. Come quello di campagna che conduce a una panchina isolata, quella che il commissario Ricciardi e la moglie Enrica avevano scelto come luogo speciale, noto solo a loro, e ora meta di passeggiate solitarie e pensierose. durante una di queste camminate che il lettore scopre fatti della vita del poliziotto accaduti dopo il 1934: innanzitutto la morte della moglie Enrica e la nascita della figlia Marta, che oggi ha cinque anni.
Il commissario Ricciardi aveva e ha conservato il dono di sentire le voci, i lamenti, i pensieri dei morti di morte violenta, una virt che talvolta lo orienta durante le indagini ma da cui non esente la sua vita privata.
Sono pagine strazianti quelle in cui l’uomo si costringe ad andare nella stanza d’ospedale dove la moglie spirata, sentirne e risentirne le ultime parole (Non dimenticarti di noi, amore mio. Non dimenticarti di noi), rivivere il dramma, rinnovare il dolore… E il grande punto interrogativo che attraversa l’intero romanzo se il dono-condanna di Ricciardi sar ereditario, cio se ricadr con il peso di un macigno e l’oscurit di un’ombra anche sulla piccola Marta, della cui educazione nel frattempo si occupano in forme diverse due vecchie conoscenze, la ruvida governante Nelide e l’affettuosa nobildonna Bianca di Roccaspina.
In parallelo all’indagine da poliziotto e all’avventura di padre ci sono altre vicende che danno ritmo al romanzo: una che riguarda una questione familiare, molto coinvolgente, del brigadiere Maione; un’altra sulle amicizie pericolose di Bruno Modo, amico di Ricciardi nonch medico legale, di fede antifascista; poi altre legate ai background delle due vittime… Sono anni dove il sospetto e il controllo sono la norma: c’ chi spia, chi spiato. E chi spia sapendo di essere a sua volta spiato. I piani della verit si moltiplicano: il regime, le regole di sopravvivenza, l’onore della famiglia e i fantasmi di Ricciardi che testimoniano sempre che qualcosa di terribile accaduto. Sarebbe un orizzonte cupo e senza speranza se nel romanzo — e nella vita — non ci fossero i bambini a portare un raggio di luce, di speranza: qui oltre che di Marta, facciamo la conoscenza del suo compagno di giochi Federico; di Benedetta, inaspettata gioia di casa Maione, e ancora della piccola Nunziatina, che avr un ruolo chiave nella soluzione del caso. Gi da questi brevi accenni di trama si capisce che quello dell’indagine poliziesca solo uno dei sentieri percorsi del romanzo. Le storie di Ricciardi non sono mai state solo casi da risolvere, ma un mondo dove tutto si muove assieme. E in questo romanzo del ritorno dell’amato commissario la dimensione corale ancora pi marcata.
proprio vero, non occorre chiedere il permesso per entrare nell’ufficio di Ricciardi. Neppure per sentirsi di casa tra storie e personaggi di de Giovanni.
Le presentazioni
Maurizio de Giovanni presenta il romanzo Caminito, luned 28 novembre alle 21 a Napoli, Teatro Diana, con Lino Guanciale (che interpreta Ricciardi nella fiction Rai). Sar poi il 1 dicembre alle 18.30 online per Connessioni con Ubik Librerie; il 3 alle 17 a Milano, Rizzoli Galleria (Noir in Festival); il 4 alle 16.30 a Olgiate Olona (Varese), Teatro Don Pi-no Ballabio; il 6 alle 18 a Roma, Libreria Nuova Europa I Granai.
27 novembre 2022 (modifica il 27 novembre 2022 | 11:45)