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Marmi del Partenone: ipotesi di accordo tra Londra e Atene

Gennaio 5, 2023
nel Cultura
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di PAOLA DE CAROLIS

Più vicina la possibilità di una concessione a lungo termine da parte del British Museum, dove si trovano le opere, in cambio di altri tesori. I dubbi della Grecia

Che si avvicini un’intesa tra Londra e Atene sui marmi del Partenone? La direzione del British Museum, stando a indiscrezioni di stampa, sarebbe prossima alla firma di un accordo sulle pregiate opere rimosse dall’Acropoli ateniese a partire dal 1801 da Lord Elgin, allora ambasciatore presso l’Impero ottomano.


Se da una parte una legge del 1963 vieta al museo di disfarsi di tesori culturali, dall’altra George Osborne, ex ministro del Tesoro del governo conservatore di David Cameron, ora a capo del consiglio direttivo del museo, avrebbe trovato assieme alle autorità greche una formula che permetterebbe il prestito delle sculture ad Atene a lungo termine, uno scambio culturale in base al quale il British otterrebbe da Atene altre importantissime opere della Grecia antica.


Quella dei marmi è una questione spinosissima per i due governi e per il British Museum. Già nel 1811 Lord Byron definiva le azioni di Lord Elgin un atto di vandalismo in un poema scritto ad Atene subito dopo aver visitato il Partenone e visionato i risultati dell’operazione britannica, una composizione in cui auspicava a nome della dea Atena una vendetta nei confronti del lord e del suo Paese. Elgin sosteneva di aver ottenuto il nullaosta dal governo ottomano, senza però essere in grado di fornire alcun documento in merito. In seguito a un dibattito in Parlamento i marmi vennero acquistati da Londra e trasportati via mare al British Museum, dove sono esposti tuttora.

È dai tempi della sua indipendenza, nel 1832, che la Grecia li rivuole; una campagna mai interrotta che raggiunse l’arena internazionale negli anni Ottanta grazie soprattutto a Melina Merkouri, attrice, cantante e ai tempi ministro per la Cultura. Nel 2014 l’Unesco accettò di mediare la trattativa. Quest’ultimo capitolo tra Londra e Atene — se veramente si è arrivati a una conclusione — si è aperto un anno fa, quando Osborne ha cominciato a trattare direttamente con le autorità greche.

Ha giocato a favore della Grecia, sicuramente, la decisione dell’Italia l’anno scorso di riconsegnare a tempo indeterminato il «frammento di Palermo» che Elgin aveva regalato nell’Ottocento a Lord Fagan, allora console inglese in Sicilia. A dimostrazione dell’importanza dello sviluppo, il primo ministro greco Kyriakos Mitsotakis aveva partecipato alla cerimonia con la quale il frammento era stato accolto nel museo costruito appositamente per i marmi in prossimità del Partenone. «È il primo a tornare», aveva detto. Il mese scorso, sempre dall’Italia, un’altra decisione storica. Papa Francesco ha scelto di restituire all’arcivescovo di Atene e a tutta la Grecia i tre frammenti da secoli custoditi presso le Collezioni pontificie e i Musei vaticani.

Il nuovo accordo, ancora non confermato, potrebbe segnare una svolta epocale, ma è difficile che accontenti pienamente la Grecia, che rivendica la proprietà dei marmi. Stando a quanto si apprende, è possibile che il museo di Londra cominci prestando una piccola parte delle opere in cambio di altri tesori. Per la prima volta ha ammesso di avere intrapreso un «dialogo costruttivo». Il momento, d’altra parte, è propizio: al British comincerà presto un’opera di ristrutturazione che interesserà anche le gallerie del Partenone, che hanno urgente bisogno di un intervento.

Sembra per ora fuori discussione che ad Atene vengano trasferiti i marmi al completo. Il museo londinese ha infatti precisato di aver «pubblicamente chiesto la creazione di una collaborazione sul Partenone con la Grecia» e allo stesso tempo di non aver intenzione di smantellare la sua «grande collezione». I marmi, sottolinea, stando alla legge britannica sono di proprietà del British Museum.

È questo il nodo che potrebbe mandare all’aria il compromesso, come dimostrano le smentite in arrivo da Atene sull’imminente firma di un accordo. Accettando un prestito, anche a lungo termine, la Grecia a tutti gli effetti riconoscerebbe che le opere appartengono a Londra, un dato che politicamente sarebbe difficile da mettere agli atti, anche se in cambio potrebbe cominciare a ripopolare quell’ultimo piano di un museo dove i rilievi del Partenone rimasti ad Atene sono abbinati alle copie in gesso delle sculture che si trovano a Londra.

4 gennaio 2023 (modifica il 4 gennaio 2023 | 21:21)

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