Il coraggio dei nostri connazionali prigionieri dei nazisti che rifiutarono di aderire a Sal. Marted 29 agosto in libreria un saggio di Mimmo Franzinelli, edito da Mondadori
Contento proprio contento/ sono stato molte volte nella vita/ ma pi di tutte quando mi hanno liberato/ in Germania/ che mi sono messo a guardare una farfalla/ senza la voglia di mangiarla. Poche parole come la poesia di Tonino Guerra intitolata La farfalla e pubblicata nel 1946 in dialetto romagnolo ne I scarabcc (gli scarabocchi) danno l’idea della fame patita nei lager tedeschi da centinaia di migliaia di italiani presi prigionieri e ridotti in schiavit dai nazisti dopo l’8 settembre 1943, il rovesciamento delle alleanze e lo sbracamento dei combattenti di terra, di mare e dell’aria chiamati dal Duce a un’impresa folle destinata alla catastrofe.
Cammino in su e in gi, da un filo all’altro, e vado svelto, ma la fame mi insegue…, annota nel diario Giovannino Guareschi, prigioniero nel campo di Sandbostel, lo stesso da cui sarebbe tornato ridotto a uno scheletro il grande Bepo Novello, Vado pi in fretta, tento di perdermi nei vicoli pi complicati dei miei ricordi. Vorrei gridare che ho fame, ma ho paura d’ascoltarmi e corro adesso, fuggo. Ma la fame mi raggiunge… Rientro in baracca, mi butto per terra, sul pacco delle coperte nel mio angolo, e confesso sottovoce la mia vergogna al vicino di cuccia: “Ho fame”, dico con disperazione. Egli, senza parlare, mi porge un brandello di giornale italiano trovato nell’imballaggio di qualche pacco: “Quand’ che i signori internati italiani si stancheranno di mangiare panini imburrati alle spalle della Germania?”.
Cos, infatti, scrivevano i giornali repubblichini schierati coi nazisti: Al campo la vita era magnifica, squillava il 5 gennaio 1945 Il Regime Fascista di Roberto Farinacci, Libert di movimento, massima pulizia (bagno ogni settimana, cambio di biancheria ogni 15 giorni), vitto abbondante e gradevole, prima colazione a base di caff, miele, marmellata e burro; colazione con minestra di bianche tagliatelle, 750 grammi di patate con condimento, una bistecchina di maiale; un pranzo con carne o pesce in scatola e mezzo chilo di pane….
Un sogno da fare luccicare gli occhi agli italiani stremati da anni di guerra. E a questo puntava la pi scellerata delle propagande. Spingere le famiglie a convincere i loro cari, prigionieri di Adolf Hitler, a firmare il noto foglietto, per usare le parole di Mario Rigoni Stern, e guadagnarsi il ritorno in patria aderendo alla repubblica di Sal. Eppure, scrive Mimmo Franzinelli in Schiavi di Hitler. I militari italiani nei Lager nazisti, da marted 29 agosto in libreria (Mondadori), la larga maggioranza disse di no: Su quasi due milioni di italiani alle armi (1.520.000 in zona di guerra e 470.000 dislocati nelle retrovie), i tedeschi ne disarmano oltre la met, deportandone 809.722. Di questi, 197.000 aderiranno alla proposta di rimpatrio con relativo inquadramento negli organismi fascisti (unendosi ai 94.000 che hanno aderito al momento della cattura in patria) e 615.000 rifiuteranno la collaborazione. Numeri inequivocabili. Come in una tabella sulle adesioni in alcuni campi nell’ottobre-novembre 1943: 40 su 2.837 a Beniaminw, 16 su 16.000 a Luckenwalde, 70 su 8.000 a Sandbostel…
Una disfatta, per chi come Benito Mussolini era convinto d’aver indottrinato in un ventennio masse di marionette pronte a credere, obbedire, combattere. E ancora agli sgoccioli del 1944 lanciava un appello agli italiani residenti in Germania perch si ricongiungessero sempre pi intimamente con la Repubblica Sociale Italiana, il cui tricolore senza regie croci pu sventolare di fronte a tutti i popoli degni di questo nome, in quanto tengono fede ai patti giurati. Macch: meglio la prigionia, gli inverni nelle baracche gelide, le angherie, la fame… Altro che Resistenza passiva, sostiene lo storico, Che tra i soldati nove prigionieri su dieci abbiano respinto gli inviti di nazisti e fascisti evidenzia un’opposizione tenace: una “Resistenza attiva” per quanto le proibitive circostanze e i rapporti di forza sfavorevoli lo consentivano.
Una storia a lungo ignorata come fosse quasi secondaria. E ricostruita da Franzinelli tappa su tappa. Le imbarazzate trattative segrete con gli anglo-americani, tra indecisioni e pavidit dopo il 25 luglio, che toglie di mezzo Mussolini divenuto impopolare per aver gettato il Paese in una guerra rovinosa ma non risolve il dilemma sulla collocazione bellica. L’armistizio segreto. I tentennamenti del re e di Badoglio. L’ultimatum di Eisenhower perch il ribaltamento delle alleanze sia reso pubblico: Nessuna vostra futura azione potrebbe pi ridarci alcuna fiducia nella vostra buona fede… fino all’8 settembre. Il caos raccontato da Beppe Fenoglio: La truppa non ha tardato ad annusare il quarantotto completo, ha pensato alla pelle e a casa sua e ha mandato l’esercito a fare in culo. Voltavi gli occhi e di cento ne ritrovavi settanta, poi cinquanta, gli ufficiali rimasti allargavano le braccia o piangevano come bambini, i soldati saltavano il muro come tanti ranocchi. Io l’ho vista s la bellezza di resistere ai tedeschi, ma mi sono detto: debbo crepare proprio io per le migliaia che gi corrono verso casa? A casa, a casa! Se la sbrighino gli altri….
Fu durissima, per i militari italiani allo sbando, rastrellati e portati via su carri bestiame verso le fabbriche tedesche. Viaggi durati fino a ventisette giorni. Dubbi: L’educazione di vent’anni di fascismo ci aveva tenuti all’oscuro delle realt della vita. Non eravamo maturi per una scelta, tragica scelta, da compiere immediatamente con una posta in palio che era la vita. Soprusi: Gli ufficiali spesso venivano convocati a teatro, sotto la luce di proiettori e sottoposti alla scelta di impresari e contadini tedeschi che palpavano loro gli arti, guardavano in bocca come se fossero bestie. Rancori: Incontriamo persone che non ci degnano di uno sguardo, e chi lo fa solo per insultarci con sputi per terra o inveendo con parole di cui, anche se incomprensibili, si pu intuire il significato da come vengono pronunciate, piene di odio e di veleno, come se fossimo colpevoli di chiss quali delitti. Alcuni gridano Badoglio kaput! Badoglio kaput!! e ci fanno segno con la mano tesa alla gola che ci taglieranno la testa. Rimpatri appesi alla firma di moduli infami: Io presto su Dio questo sacro giuramento, che nella lotta per la mia patria italiana contro i suoi nemici, ubbidir incondizionatamente al Comandante Supremo dell’Esercito tedesco Adolfo Hitler. La truffa del lavoro pagato ai volontari: I marchi tedeschi che ci davano erano particolari: avevano solo un lato stampato, l’altro no. Le terribili carneficine finali, come nel campo di Treuenbrietzen, non lontano da Berlino, liberato dai russi e ripreso dai nazisti il 23 aprile 1945, due giorni prima della nostra Liberazione. Una tragica beffa per i 127 italiani decimati come ultimo sfogo belluino, una settimana prima del suicidio del Fhrer, dai suoi fanatici adepti in fuga. Antonio Ceseri, sepolto nel fango dai cadaveri degli amici uccisi, sopravvisse, torn in patria, denunci la strage. Cento pi o cento meno cosa vuole cambi?, gli risposero. E gli fecero finire gli otto mesi di leva che gli mancavano.
Il volume
Il volume Schiavi di Hitler. I militari italiani nei Lager nazisti di Mimmo Franzinelli esce marted 29, per Mondadori (pp. 432, euro 25). Mimmo Franzinelli (Cedegolo, Brescia, 1954) ha pubblicato molti saggi. Tra i pi recenti: L’insurrezione fascista (Mondadori, 2022); Il filosofo in camicia nera (Mondadori, 2021); Storia della Repubblica Sociale Italiana (Laterza, 2020); Fascismo Anno Zero, Mondadori, 2019).
26 agosto 2023 (modifica il 4 settembre 2023 | 19:48)