Si inaugura luned 23 ottobre all’ateneo una serie di percorsi espositivi diffusi nel campus dell’universit: la prima installazione di Ugo Nespolo. Un laboratorio a cielo aperto, spiega il rettore Gianni Canova
La comunicazione uno degli elementi fondamentali della societ umana, dai tempi in cui si affidava a mezzi primitivi, come i tamburi o i segnali di fumo, fino all’epoca del digitale. Nasce alla Iulm Tam Tam, il museo della comunicazione che trasformer gli spazi e il campus dell’universit milanese in un percorso espositivo aperto e diffuso: la nuova iniziativa si inaugura luned 23 insieme alla prima installazione, il Teatro delle Arti Mediali, opera di Ugo Nespolo che sar collocata nell’atrio dell’ateneo e che illustra le varie tappe del comunicare umano. Le iniziali del nome dell’opera di Nespolo (Tam), contribuiscono a dare il nome al museo, in cui risuona anche l’idea del tam tam, il tamburo che stato tra i primi mezzi di comunicazione a distanza.
Nell’occasione, luned 23, nell’Auditorium Iulm (ore 17.30), all’artista biellese verr conferito anche il master ad honorem in Management delle Risorse Artistiche e Culturali, alla presenza delle autorit e del rettore di Iulm Gianni Canova. Tra gli eretici animatori dell’Arte Povera — si legge nelle motivazioni del conferimento —, tra i protagonisti pi originali della Pop Art italiana, ma anche cineasta e teorico, Ugo Nespolo tra gli ultimi eredi di quella che stata definita “avanguardia di massa”.
A seguire, alle ore 18.15, l’inaugurazione, allorch verr scoperta nell’atrio l’installazione in cui l’artista ha reinterpretato, con il suo stile tra il pop e il futurismo, le pi rappresentative icone della comunicazione, come le testate dei giornali, i megafoni degli strilloni, i manifesti del cinema e della pubblicit, gli apparecchi televisivi e radiofonici, la macchina da scrivere, la chiocciolina di internet, e molto altro, da vedere anche nel catalogo edito da Electa.
Il museo Tam Tam sar, spiega il rettore Canova al Corriere, un laboratorio a cielo aperto, un work in progress che aprir con l’installazione di Nespolo ma proseguir con molti altri interventi: Questa la prima stazione di un museo diffuso della comunicazione che andr a occupare tutto il campus dell’universit. Quindi, non una stanza chiusa, ma un museo aperto agli studenti e a tutta la citt, che racconti le discipline che si insegnano in questa universit, cio la comunicazione declinata in tutte le sfumature possibili. In Italia esistono musei di tutto e su tutto, ma non c’era e non c’ un museo che racconti la comunicazione, e quindi ci siamo detti: proviamo a farlo, proviamo a iniziare noi a sottolineare l’importanza di dedicare attenzione, spazi e percorsi espositivi al tema della comunicazione.
Una delle successive tappe sar l’apertura nel museo di un percorso nella Torre dell’edificio Iulm 6: Sar una “linea del tempo” — prosegue il rettore —, che salir per tutti i nove piani della torre rievocando le tappe fondamentali della storia della comunicazione: si parte dalla prima tranche, che inaugureremo tra pochi mesi, dedicata alla comunicazione dalla Torre di Babele fino a Gutenberg e all’invenzione della stampa. Questa “linea del tempo” proporr un’accezione della comunicazione molto ampia: ci sar la sezione dedicata al pulpito e alla piazza, quali canali della comunicazione tipici del Medioevo; o la sezione dedicata ai piccioni viaggiatori e ai segnali di fumo; o quella dedicata al servizio postale che nasce nell’antica Roma, e cos via. Sar curata da Sergio Pappalettera e dallo Studio Prodesign, sar molto tecnologica e molto interattiva. E come tutto il museo, aperta alla citt. Tengo a sottolineare che l’intera iniziativa del museo realizzata con un investimento dell’Universit e con sponsor privati, quindi non con denaro pubblico.
Anche i muri dell’ateneo, interni ed esterni, diventeranno parte del percorso espositivo, continua Canova: Ci sar il muro della parola, che sar riempito di frasi di autori celebri che ci ricordano l’importanza della parola nella comunicazione, ma avremo anche il muro dei linguaggi gestuali, il muro dei segni, il muro dei poster, il muro delle copertine dei libri. E ci sar un muro del cinema, in cui renderemo pubblica un collezione di migliaia di manifesti e locandine di film che arrivano dal cinema De Amicis di Milano, donati all’universit dagli eredi dei proprietari del De Amicis e con materiali che risalgono anche a 40 o 50 anni fa.
Una parte del progetto sar dedicata alle realt digitali pi contemporanee, al virtuale, alla realt aumentata e al metaverso, con la ricostruzione, grazie alla realt virtuale, di diversi habitat comunicativi. Ad esempio, per gli anni Settanta: si entrer in un ambiente e, attraverso il digitale e l’Intelligenza artificiale, ci si ritrover nell’habitat comunicativo degli anni Settanta, con i tazebao, il ciclostile, Radio Alice. Oppure, per il Medioevo: ci si ritrover tra gli amanuensi, i monasteri, i piccioni viaggiatori.
La funzione anche didattica del museo sottolineata dal progetto di realizzare, con cadenza periodica, anche incontri, momenti di approfondimento e visite guidate per il pubblico, gratuite e aperte a tutti. Inoltre, in un’universit dedicata ai modi e alle forme della comunicazione, la partecipazione degli studenti alla costruzione del museo sar ovviamente importante e cospicua.
Alcuni gruppi di ricerca degli studenti hanno gi cominciato a lavorare per la creazione di documenti video che faranno parte dei percorsi espositivi. Collocati nelle “linee del tempo” — conclude il rettore — avremo “video di montaggio” realizzati dagli studenti, che racconteranno i vari media, il telefono, il telegrafo, la televisione, la radio, il cinema, il quotidiano, il libro, il linguaggio dei gesti. Con l’ambizione, lavorando su repertori e immagini d’archivio, di riuscire a condensare non tanto la storia di un singolo media, ad esempio la televisione, ma i vari modi, le diverse forme e funzioni con cui stato usato nel corso del tempo.
20 ottobre 2023 (modifica il 20 ottobre 2023 | 16:55)