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Dario Bressanini, il metodo del bicarbonato

Dicembre 24, 2022
nel Cultura
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di IDA BOZZI

Chimico e divulgatore, cinquecentomila follower su YouTube, un bestseller («La Scienza delle Pulizie», Gribaudo), un mantra: informatevi. «Spiego la scienza applicandola alla vita»

Ai vertici della classifica libraria della Varia, è stato quest’anno tra gli ospiti più applauditi alla festa de «la Lettura», dove ha illustrato al pubblico ciò che non si fa con il bicarbonato (non si lava e non si disinfetta) e ha spiegato che non si deve mescolare candeggina e acidi (altrimenti si libera il nocivo gas cloro), e molti altri segreti per l’igiene domestica. Dario Bressanini è un docente di chimica al Dipartimento di Scienza e Alta tecnologia dell’Università dell’Insubria di Como, autore di molti libri divulgativi su alimenti, prodotti e scienze in casa e in cucina, seguito da 500 mila persone sul suo canale YouTube: quest’anno ha ottenuto un grande successo con il nuovo libro La Scienza delle Pulizie. La chimica del detersivo e della candeggina, e le bufale sul bicarbonato, uscito per Gribaudo.


Forse è stata la pandemia a suscitare in molti la curiosità o l’interesse per le scienze, ma è interessante sapere qual è stata la molla che ha spinto un chimico, un docente universitario, a occuparsi di divulgazione, a spiegare come si ammorbidiscono i tessuti dopo il lavaggio o come si sgorgano i lavandini. Per fare chiarezza sulle «bufale» e le fake news diffuse in rete? «Ho una passione: spiegare le cose. Amo — dice Bressanini al “Corriere” — fare lezione agli studenti, tenere i miei corsi all’università. E non sono affatto convinto che il mio compito come divulgatore sia spiegare le cose “a chi crede già di saperle”: anzi, frequentando i social ho notato una genuina domanda nel pubblico, a tutte le età, dai ragazzini alle nonne, la diffusa richiesta di spiegazioni scientifiche accurate sul mondo».

Spiega che in effetti la pandemia ha provocato una sorta di salto di qualità nella domanda di sapere: «Sicuramente questi anni di Covid ci hanno fatto capire che guardare il mondo con gli occhi della scienza ci fa bene. Fa bene a noi, alla nostra salute, ma anche al portafoglio e all’ambiente. E non parlo soltanto delle pulizie di casa, ma anche dei temi dei libri precedenti, come gli zuccheri o il nostro cibo».

Bisogno di saperne di più e meglio, insomma. Eppure tutti abbiamo studiato le scienze alla scuola dell’obbligo.

Precisa il docente: «Che i programmi scolastici non siano bastati è un fatto. Il mio particolare parere da docente, anche se io insegno all’università e quindi ho libertà nei programmi di insegnamento (e anche da padre, per quello che vedo nei programmi scolastici dei miei figli per le materie scientifiche), è che sono programmi staccati dalla realtà, vecchi, astratti. Non si fa vedere come queste formule e simboli, nella loro astrazione, appunto, in realtà li si trovi nella vita di tutti i giorni. Nozioni apprese e dimenticate perché troppo astratte».

Occorre anche che a rivolgersi al pubblico, in un mare di fake news, siano esperti competenti, di cui ci si possa fidare? Nicchia sul concetto di fiducia a scatola chiusa, il professor Bressanini: «In realtà nei divulgatori, almeno in me, non c’è l’idea di dire al pubblico “fidatevi di ciò che dico”. Io non voglio che la gente si fidi di me. Ciò che cerco di fare è fornire anche un metodo, spiego come approcciare le informazioni che ci arrivano, ad esempio anche quelle fornite dalle aziende sui prodotti. Cioè, nel libro non offro solo risposte semplici al singolo quesito, ma cerco di fornire un metodo per andare un po’ oltre. I miei libri sono saggi scientifici travestiti da manuali, ci sono centinaia di note in cui segnalo gli studi scientifici che hanno dimostrato tutto ciò che presento, e nella parte iniziale del libro ci sono le definizioni, la spiegazione di che cos’è il pH, gli acidi e le basi, insomma un “ripasso” di ciò che il lettore ha già incontrato, magari alle scuole medie, però applicato alla vita quotidiana».

La voglia di spiegare la scienza parte da lontano, non solo con i corsi universitari e sulle riviste, come «Le Scienze», su cui Dario Bressanini tiene una rubrica dal 2004. «Quando c’è stata l’esplosione dei social, prima con i blog, poi con Facebook, e via via fino a TikTok, mi sono accorto di un grande pubblico che magari non leggeva riviste e quotidiani sulla carta, ma era desideroso di contenuti di tipo scientifico. Non è vero che i più giovani non leggono libri: una volta che li si raggiunge sui “loro” social, allora approfondiscono sui libri. Sono contento quando qualche ragazzo mi scrive: “Questo è il primo libro che mi compro dopo quelli della scuola”».

Qual è il consiglio, dunque: saperne di più, studiare di più? Risponde Bressanini: «Non userei il termine studiare, ma la parola “informarsi”. La scienza dovrebbe essere parte del nostro quotidiano, come accade normalmente per l’economia, la cultura, lo sport, nessuno si mette a studiare lo sport, lo si segue, ci si informa. Mi piacerebbe che le scienze facessero parte della vita quotidiana di tutti noi. Se questa pandemia ha fatto scattare qualcosa, è il fatto che ci dobbiamo informare di più. E che la scienza fa parte della nostra vita».

Consigli utili e credenze da sfatale

Uno dei protagonisti del libro di Dario Bressanini La Scienza delle Pulizie (Gribaudo) è il bicarbonato di sodio, cui è dedicato un capitolo che sfata qualche credenza diffusa. Chiarito a cosa serve questo utilissimo prodotto (è un antiacido, alza il pH, agisce contro alcuni odori, rammollisce i vegetali, è abrasivo), il libro spiega a cosa non serve. Ecco alcuni paragrafi (cui nel libro segue un’ampia spiegazione): non lava e non sgrassa; non sbianca e non igienizza; non è uno scioglicalcare né un anticalcare; non è uno sturalavandino; non è un disinfettante…

24 dicembre 2022 (modifica il 24 dicembre 2022 | 12:14)

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