Arrivare a giurare sulla Costituzione e ricevere la bandiera italiana è un traguardo a ostacoli per molti studenti stranieri che vivono in Italia da anni. È il caso di Emilia Sfichi, giovane studentessa romena, in Italia da venti anni, che la cittadinanza l’ha ottenuta dopo un lungo iter burocratico, ritardato dal Covid e dal raddoppio dei tempi per ottenerla anche per i cittadini comunitari.
In Italia da 20 anni, studia a Roma Tre
«Ho 22 anni e sono in Italia dall’età di due anni, quindi sono ben venti anni che io vivo qui. Sono una studentessa magistrale di Relazioni Internazionali all’Università Roma Tre nella Capitale, mentre la triennale in Scienze politiche l’ho conseguita a Cosenza».
Il primo flop per colpa dell’allungamento dei tempi per decreto e del Covid
La prima a chiedere la cittadinanza per la giovane studentessa è stata la mamma quando Emilia aveva 14 anni. «Il percorso è stato veramente lungo e tortuoso. Perché un minorenne – ricorda Emilia – deve per forza richiedere la cittadinanza tramite il genitore. Quando ho fatto richiesta i tempi per ottenerla erano di due anni (la Romania è uno Stato Ue dal 1° gennaio 2007, ndr), ma i tempi si sono allungati in quanto durante il governo Conte-Salvini, tramite un decreto, la cittadinanza è passata da due a quattro anni. Quindi facendo un conto, potevo riuscire a prendere la cittadinanza in tempo, entro i 18. Ma davanti a me si è presentato un altro ostacolo, cioè l’emergenza Covid. Durante l’emergenza, quando un po’ tutto si è fermato, si sono bloccate anche le pratiche di cittadinanza. E la mia cittadinanza non è arrivata entro il 17 maggio, giorno del mio compleanno. Ho perso la prima opportunità».
Poi la nuova domanda e la corsa contro il tempo per il giuramento
Da maggiorenne Emilia ha inoltrato la seconda domanda per ottenere la cittadinanza, e ha rischiato di non giungere al giuramento perché non ha ricevuto la comunicazione ufficiale nei tempi. È riuscita a fare il giuramento a dieci giorni dalla scadenza dei sei mesi di tempo dati dalla legge. Non aveva ricevuto nei termini la comunicazione dell’avvenuta approvazione della cittadinanza.
Mi sento italiana
«Ormai mi sento effettivamente più italiana in quanto sono cresciuta qua, ho fatto le scuole qua, ormai sono madrelingua italiana, ho acquisito un modo di pensare italiano. Invece per quanto riguarda il rapporto con la mia cultura di origine c’è ancora, lo sento e lo vado anche a cercare. Ma la lingua rumena non la pratico più, il mio modo di pensare è italiano. Il fatto di diventare cittadina italiana mi ha portato una grande gioia, un grande senso di appartenenza, un grande senso di riconoscimento che io non vedevo e non trovavo né in Romania né in Italia prima della cittadinanza. Ottenere la cittadinanza è stata una conferma di ciò che sentivo di essere».