In uno dei passaggi del suo lungo intervento, a Trieste, alla Settimana sociale dei cattolici italiani, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ricordato come “nella complessità delle società contemporanee, a criticità conosciute, che mettono a rischio la vita degli Stati e delle comunità, si aggiungono nuovi rischi epocali: quelli ambientali e climatici, sanitari, finanziari, oltre alle sfide indotte dalla digitalizzazione e dall’intelligenza artificiale. Le nostre appaiono sempre più società del rischio, a fronteggiare il quale si disegnano, talora, soluzioni tecnocratiche”.

“È questione nota al movimento cattolico, se è vero che quel giovane e brillante membro dell’Assemblea Costituente, che fu Giuseppe Dossetti, pose il problema del vero accesso del popolo e di tutto il popolo al potere e a tutto il potere, non solo quello politico, ma anche a quello economico e sociale” con la definizione di democrazia sostanziale”, richiama il capo dello Stato.

A segnare così il passaggio ai contenuti che sarebbero stati poi consacrati negli articoli della prima parte della nostra Carta costituzionale. Fra essi i diritti economico-sociali. Una riflessione impegnativa con l’ambizione di mirare al “bene comune” che non è il “bene pubblico” dell’interesse della maggioranza, ma il bene di tutti e di ciascuno al tempo stesso”.

Mattarella ricorda poi quanto disse Egidio Tosato, eminente giurista e costituente: “Contestò l’assunto di Rousseau, in base al quale la volontà generale non poteva trovare limiti di alcun genere nelle leggi, perché la volontà popolare poteva cambiare qualunque norma o regola. Lo fece con parole molto nette: ‘Noi sappiamo tutti ormai che la presunta volontà generale non è in realtà che la volontà di una maggioranza e che la volontà di una maggioranza, che si considera come rappresentativa della volontà di tutto il popolo, può essere, come spesso si è dimostrata, più ingiusta e più oppressiva che non la volontà di un principe’. Un fermo no, quindi, all’assolutismo di Stato, a un’autorità senza limite, potenzialmente prevaricatrice. La coscienza dei limiti è un fattore imprescindibile di leale e irrinunziabile vitalità democratica” ricorda ancora Mattarella.

Guido Gonella, personalità di primo piano del movimento cattolico italiano e poi statista insigne nella stagione repubblicana, relatore anch’egli alla Settimana di Firenze nel 1945, non ebbe esitazioni nel rinvenire nelle Costituzioni, una forma di vita più alta e universale, con la presenza di elementi costanti “categorie etiche”, e di elementi variabili, secondo le “esigenze storiche”, ponendo in guardia sui rischi posti da una eccessiva rigidezza conservatrice o da una troppo facile flessibilità demagogica che avrebbe potuto caratterizzarle, con il risultato di poter passare con indifferenza dall’assolutismo alla demagogia, per ricadere all’indietro verso la dittatura. Su questo si basa la distinzione tra prima e seconda parte della nostra Costituzione. Il messaggio fu limpido: sbagliato e rischioso cedere a sensibilità contingenti, sulla spinta delle tentazioni quotidiane della contesa politica. Come rischia di avvenire con la frequente tentazione di inserire richiami a temi particolari nella prima parte della Costituzione, ignorando che questa, per effetto della saggezza dei suoi estensori, li ricomprende comunque in base ai suoi principi e valori di fondo”.

Share.
Exit mobile version