«Euronext Amsterdam sarà designata come sede privilegiata di quotazione e negoziazione per gli Etf e gli Etp». È quanto si legge nel documento Euronext inviato giovedì sera agli operatori del settore in tutta Europa. Un documento ufficiale, letto in conferenza stampa a Milano ieri mattina dal responsabile economico di Forza Italia, Maurizio Casasco, il parlamentare che per primo ha lanciato l’allarme su un possibile trasferimento in altra sede europea del ricco business degli Etf (106,4 miliardi di euro il controvalore degli scambi a Milano nel 2024).
Il giallo “preferred”
Il documento Euronext ha confermato di fatto gli interrogativi sollevati anche dal ministro degli Esteri, Antonio Tajani, che ha minacciato nei giorni scorsi l’utilizzo del golden power. Nel primo pomeriggio di ieri però la vicenda Etf-Amsterdam ha acquistato addirittura i contorni del giallo. Da Borsa Italiana è stato infatti annunciato l’arrivo di una rettifica del documento Euronext dove si comunica un errore: la parola “preferred” è sbagliata. Anzi, l’intera frase relativa ad Euronext Amsterdam è da ritenersi un errore. Infatti, nella nuova versione viene spiegato che «La quotazione e la negoziazione di Etf ed Etp su Euronext Amsterdam, Euronext Parigi ed Euronext Milano EtfPlus continueranno come oggi».
Le dimensioni del business
Il settore Etf fa gola. Milano in Europa si contende la leadership con Francoforte, staccando di molte lunghezze Amsterdam e la stessa Parigi: nel 2023 a fronte degli 85 miliardi euro di controvalore di scambi realizzati in Piazza Affari, la capitalizzazione olandese si fermava a 21 miliardi e Parigi a 35. Senza parlare degli strumenti quotati: a fine marzo scorso, Milano poteva contare su 2.037 prodotti contro i 719 di Parigi e i 655 di Amsterdam. «A questo punto non si capisce il motivo di un trasferimento ad Amsterdam visto che il business degli Etf europei gravita soprattutto su Milano – ha spiegato Casasco ieri mattina –. E se la questione è legata ai costi di vigilanza Consob, il Governo dovrà porre l’attenzione su questo argomento». Anche perché se la Consob si finanzia con i contributi di vigilanza versati dagli operatori di mercato, se quest’ultimi vanno altrove, non avrà più titolo per chiederli.
L’incontro Giorgetti-Boujnah
Al netto degli errori di comunicazione, sull’asse Parigi-Roma le linee sono state roventi dopo le dure prese di posizione del ministro Tajani. Secondo indiscrezioni raccolte dal Sole 24 Ore, l’amministratore delegato di Euronext, Stéphane Boujnah, sarebbe venuto in Italia a metà settimana per incontrare il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti. Non sono noti i contenuti del confronto ma di certo si sarà discusso non solo del mercato degli Etf, che in realtà è soltanto la punta dell’iceberg, ma anche del mercato dei derivati e più in generale dell’autonomia gestionale di Borsa Italiana prevista anche nel Testo Unico della Finanza (Tuf).
Nei mesi scorsi c’era stato inoltre il primo storico sciopero dei dipendenti di Borsa Italiana, indetto dai sindacati che accusavano Euronext, che gestisce anche i mercati azionari di Parigi, Amsterdam, Bruxelles, Dublino, Lisbona e Oslo, di «disinvestimento costante, sistematico e globale dall’Italia». Da quando Borsa Italiana è passata a Euronext sono usciti – più o meno volontariamente – 40 persone di cui 25 figure apicali, con dirigenti di prima e seconda linea.