Il governo italiano sta considerando di mettere un freno alle partecipazioni di investitori cinesi in aziende italiane considerate strategiche per evitare tensioni con gli Stati Uniti. È quanto riporta l’agenzia Blomberg citando fonti familiari con il dossier. Gli sforzi del governo coinvolgerebbero sia aziende private che partecipate, come – si spiega – Pirelli e Cdp Reti. Un portavoce del ministero degli Esteri cinese ha affermato che «la cooperazione negli investimenti tra Italia e Cina porta benefici reciproci» e la speranza è che l’Italia continui a garantire un trattamento equo alle aziende cinesi.
Il caso Pirelli
Nel caso di Pirelli, in particolare, l’alleanza iniziale siglata con i cinesi nel 2015 vedeva come socio ChemChina, società di Stato ma indipendente nella gestione dell’investimento dalle agenzie del Partito comunista cinese a differenza di Sinochem, il socio subentrato nel 2021 a seguito di una fusione. Di quest’ultimo sono infatti già emersi in passato tentativi di ingerenze nella gestione e nella governance del gruppo della Bicocca, le cui tecnologie sono state riconosciute strategiche dal Governo con l’intervento del Golden Power avvenuto nel 2023 a loro difesa e a tutela dell’indipendenza del management. Oggi il tema centrale nei rapporti con i soci cinesi resta legato alle tecnologie innovative prodotte da Pirelli, in particolare il Cyber Tyre, il cui sviluppo negli Usa, e di riflesso a livello globale, viene oggi impedito, alla luce delle normative americane sui veicoli connessi, proprio dalla presenza rilevante di un socio cinese di riferimento controllato direttamente dal governo di Pechino.

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