Dopo la a dir poco deludente performance nel dibattito con Donald Trump, i democratici discutono in privato della possibilità di sostituire Joe Biden nel ticket presidenziale. O, comunque, di convincerlo dell’opportunità di un passo indietro. Secondo vari media americani, infatti, tra le fila del partito la pressione sull’inquilino della Casa Bianca per farsi da parte aumenta. “Sono molto preoccupato” ammette un democratico del Congresso con il Wall Street Journal, augurandosi che “non sia troppo tardi per sostituirlo”. “I partiti esistono per vincere e l’uomo sul palco con Trump non può vincere. Questo timore aumenterà le richieste affinché si faccia da parte” ha aggiunto un altro esponente dem con il New York Times.

 

Ma lo staff precisa: “Non abbandonerà. E vuole fare il secondo dibattito”

Tuttavia, di fronte a tali “pressioni”, si assiste ad una specie di irrigidimento da parte del diretto interessato e del suo staff: Joe Biden “non abbandonerà” la corsa alle elezioni 2024, ha affermato il portavoce della sua campagna, Seth Schuster, secondo quanto riportato da The Hill. Anzi, come è stato chiarito poco dopo, intende partecipare al secondo dibattito con Trump, previsto a settembre.

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Thomas L. Friedman

L’editoriale di Friedman: “Joe deve ritirarsi”

Ma è soprattutto a livello di dibattito pubblico, sui giornali e sui social americani, a farsi largo un ampio movimento d’opinione che insiste nel chiedere all’81enne presidente di rinunciare. A partire dall’autorevole columnist Thomas L. Friedman, che sul NYT scrive: “Finora ero stato pronto a dare a Biden il beneficio del dubbio, perché durante i momenti in cui mi sono confrontato con lui faccia a faccia l’ho trovato all’altezza del compito. Chiaramente non lo è più. La sua famiglia e il suo staff dovevano saperlo”.

In un editoriale intitolato significativamente “Joe Biden è un brav’uomo e un buon presidente. Deve ritirarsi dalla corsa”, l’amico ed estimatore dell’inquilino della White House aggiunge: “Sono giorni ormai che [gli uomini dello staff, ndr] si sono rintanati a Camp David per prepararsi a questo dibattito epocale. Se questa è la migliore prestazione che potevano ottenere da lui, è tempo che Joe mantenga la dignità che merita e lasci il palco alla fine di questo mandato”. Friedman prosegue: “Se lo farà, gli americani comuni applaudiranno Joe Biden per aver fatto quello che Donald Trump non farebbe mai: mettere il Paese prima di se stesso. Se insiste a candidarsi e perde contro Trump, Biden e la sua famiglia – nonché il suo staff e i membri del partito che lo hanno consentito – non potranno farsi vedere. L’America ha bisogno di meglio. Il mondo ha bisogno di meglio”.

Paul Krugman Getty

Paul Krugman

Krugman: “Joe, il miglior presidente della mia vita da adulto. Ma ora deve ritirarsi”

Sulle stesse pagine del prestigioso quotidiano newyorkese, un’altra voce autorevole come quella del Premio Nobel per l’Economia Paul Krugman sceglie toni altrettanto chiari: definendolo “il miglior presidente della mia vita da adulto”, ammette di vedersi costretto a entrare nel coro di coloro che chiedono a Biden di “farsi volontariamente da parte”. Krugman ritiene che scegliere Kamala Harris non significa accontentarsi: la vicepresidente non avrebbe alcun problema a presentarsi come l’alternativa a Donald Trump. “In ogni caso – aggiunge l’economista statunitense – anche se non sopporto vedere Biden in questa posizione, è una buona persona e spero che farà la cosa giusta”.

I sondaggi Cnn: “Per il 67% dei telespettatori ha vinto Trump”

Cominciano, intanto, a emergere i primi effetti del pesante match Trump-Biden, conclusosi – come sintetizzano molti – con un vero k.o. per il presidente in carica. Secondo un sondaggio Cnn, il network che ha ospitato il duello, poco dopo il dibattito, il 67% dei telespettatori riteneva che Donald Trump avesse vinto, contro il 33% che pensa invece che abbia prevalso Joe Biden. “Sentenza” confermata unanimemente, pur se con sfumature diverse, dai media e dagli analisti.

In un altro interessante sondaggio, condotto per Cnn da SSRS tra gli osservatori, circa 8 elettori registrati su 10 (l’81%), che hanno assistito alla sfida in tv, hanno affermato che la stessa non ha avuto alcun effetto sulla loro scelta presidenziale. Vale a dire, le opinioni sui rispettivi candidati sono rimaste uguali rispetto alle premesse con cui ci si è accostati al duello. Un altro 14% – sottolinea ancora il sito americano – ha affermato che il match li ha fatti riflettere senza cambiare idea, mentre il 5% ha dichiarato di aver cambiato opinione su chi votare.

Dopo il dibattito, le opinioni su Biden sono leggermente calate: solo il 31% lo vedeva favorevolmente, rispetto al 37% di un sondaggio degli stessi elettori condotto prima del duello. Al contrario, il 43% vedeva Trump favorevolmente, in linea con il 40% prima dell’evento di ieri notte. E il 48% degli osservatori del dibattito afferma che Trump ha affrontato meglio le preoccupazioni sulla sua capacità di gestire la presidenza, con il 23% che ritiene che Biden abbia fatto un lavoro migliore e il 22% che nessuno dei due candidati lo abbia fatto.

I risultati del sondaggio – precisa la Cnn – riflettono le idee sul dibattito solo tra quegli elettori che si sono sintonizzati e non sono rappresentative delle opinioni dell’intero pubblico votante – per quanto riguarda i loro dati demografici, le loro preferenze politiche o il livello di attenzione che prestano alla politica.

 

E le azioni del social Truth guadagnano il 5%

Ultimo, ma non ultimo, tra gli effetti del duello televisivo, il social del magnate repubblicano, Truth, sale a Wall Street: i titoli avanzano del 5% in un avvio debole per i listini americani.

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