I lavoratori della Beko hanno dato il via libera all’accordo quadro raggiunto nella notte tra l’8 e il 9 aprile scorsi da azienda e sindacati al Mimit. Alta la partecipazione al voto, a cui ha preso parte il 74% degli aventi diritto. I sì sono stati 2.569, pari all’88% dei voti validi, i no 354, pari al 12% dei voti validi, secondo una nota sindacale di Fiom, Fim, Uilm e Uglm.
La riduzione degli esuberi
Il via libera dei lavoratori consente di procedere alla firma al Mimit con il ministro Urso lunedì 14 aprile. Come spiega la nota sindacale, l’accordo raggiunto riduce gli esuberi da oltre 1.900 a circa 937 più i 287 del sito di Siena e prevede che gli esuberi siano gestiti con ammortizzatori sociali conservativi e con uscite incentivate volontarie, secondo il criterio cosiddetto della non opposizione, evitando così i licenziamenti.
I siti
Rispetto al piano industriale originariamente presentato da Beko, è stata scongiurata la chiusura della fabbrica di Comunanza, si è preservata l’attuale produzione di frigoriferi a Cassinetta che doveva essere ridimensionata, mentre resta confermata la cessazione della produzione dei congelatori a Siena. E’ stato però definito un percorso di reindustrializzazione del sito anche grazie all’impegno del Governo ad acquisire lo stabile attraverso Invitalia d’intesa con il Comune di Siena.
Gli investimenti e gli ammortizzatori
Per le funzioni di staff e di ricerca, le riduzioni di attività e di personale sono state solo limitate in parte ma non evitate del tutto, spiegano i sindacati. Gli investimenti ammonteranno a circa 300 milioni di euro per la vigenza dell’accordo che arriva al 31 dicembre 2027. Saranno utilizzati in tutte le fabbriche e in tutti gli uffici contratti di solidarietà e percorsi di uscite incentivate su base volontaria, per scongiurare i licenziamenti. «Per Siena però si renderà necessario un atto normativo specifico, a cui il Governo si è impegnato, per individuare un ammortizzatore sociale conservativo, stante l’impossibilità di utilizzare la solidarietà – scrivono i sindacati -. Quanto alle uscite si prevedono incentivi, subordinati alla adesione individuale, sia per chi può che per chi non può agganciare la pensione. Con specifico riguardo alle funzioni impiegatizie c’è l’impegno ad aprire un percorso di ricollocazione per il personale oggi in esubero in tutte le postazioni che si renderanno disponibili in futuro».