Dopo quasi cinque mesi, ieri sera al Mimit si è chiusa la vertenza della Beko, la multinazionale degli elettrodomestici che lo scorso novembre ha annunciato quasi 2mila esuberi nel nostro Paese. L’azienda e i sindacati la scorsa settimana hanno raggiunto proprio al Mimit un accordo quadro per tutti i siti italiani che ha avuto il via libera da parte dell’88% dei lavoratori. Alla firma definitiva dell’accordo al Mimit erano presenti i vertici della multinazionale, i sindacati, gli enti locali, il sottosegretario Fausta Bergamotto e il ministro Adolfo Urso.
La regia del Mimit
Nella trattativa, se c’è stata una regia, questa è stata proprio quella del ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, che ha definito quello firmato ieri sera «un accordo importante, direi storico, per governare al meglio questa transizione industriale salvaguardando la forza straordinaria del Made in Italy che diventa di fatto per questa grande multinazionale il centro propulsivo in Europa. Tutti gli stabilimenti rimarranno in attività, non ci saranno licenziamenti, ma eventualmente, in qualche caso, uscite volontarie incentivate. È un grande successo del Sistema Italia, con questo accordo sono state pienamente rispettate le prescrizioni precise del Golden power». «Credo che sia un buon risultato essere arrivati a questo punto e soprattutto non aver chiuso nessuno stabilimento», ha aggiunto il sottosegretario Fausta Bergamotto.
Il piano Italia
Fatta questa premessa, al centro del Piano Italia, ci sono innanzitutto 300 milioni di euro di investimenti destinati a innovare i prodotti, modernizzare gli impianti presenti sul territorio nazionale e garantire il futuro produttivo di tutti gli stabilimenti, salvaguardando i livelli occupazionali. Agli investimenti si affianca una riduzione degli esuberi che sono scesi a circa 950, meno della metà dei 1.935 inizialmente previsti, tenuto conto della reindustrializzazione del sito di Siena dove lavorano 299 persone che andranno ricollocate. Le uscite saranno volontarie e incentivate e gli ammortizzatori saranno utilizzati con un approccio conservativo.
Il viaggio di Urso in Turchia
Nella trattativa che è andata avanti tra alti e bassi ci sono stati molti interventi del Mimit. Tra questi uno degli snodi è stata la missione del ministro Urso in Turchia, con il sottosegretario Fausta Bergamotto, per salvaguardare lo stabilimento di Comunanza, che secondo il piano industriale di novembre 2024 era destinato alla chiusura. Non solo l’impianto manterrà le linee produttive esistenti di lavatrici, ma verrà assegnata una nuova produzione di fascia alta entro i prossimi tre mesi.
La reindustrializzazione di Siena
Beko Europe cesserà invece la produzione a Siena, ma il sito verrà reindustrializzato. L’impianto, penalizzato da un canone di affitto anomalo, sarà acquisito da Invitalia in accordo con il Comune, aprendo così alla reindustrializzazione del sito e alla ricerca di un nuovo investitore, per restituire al territorio una prospettiva di sviluppo sostenibile, sotto il profilo sociale, ambientale ed economico.