Ben oltre il miliardo di euro. Nell’istantanea scattata per i dieci anni della sua storia sorride l’Art Bonus, la misura fiscale che permette a imprese e privati cittadini di contribuire al sostegno della cultura avendo in cambio un credito d’imposta pari al 65% delle erogazioni liberali effettuate. È il caso del recupero di opere d’arte, monumenti di proprietà dello Stato o di enti pubblici.
E, ancora, del sostegno ai luoghi della cultura come musei, siti archeologici, archivi, biblioteche di appartenenza pubblica o agli enti di spettacolo riconosciuti dalla normativa.
Dalle imprese, in particolare, è arrivato complessivamente oltre mezzo miliardo di euro in erogazioni liberali. Un importo distribuito attraverso più di dodicimila singole erogazioni. Anche se quella media, per singola donazione, si attesta intorno ai 41mila euro, la maggior parte delle contribuzioni rientra in un intervallo compreso tra mille e 100mila euro: il che segnala un insieme di grandi e piccole donazioni che contribuiscono al risultato complessivo, a testimonianza della volontà di molte aziende, di diverse dimensioni e settori, di investire nel settore.
Trend in crescita
L’andamento delle erogazioni annuali da parte delle imprese si mantiene in crescita: un trend positivo che supera costantemente la media dei 50 milioni di euro all’anno.
«Come società Ales, che per conto del ministero della Cultura gestisce e promuove l’Art Bonus, siamo soddisfatti di questo primo bilancio decennale, ma riteniamo strategico e prioritario continuare a creare occasioni di conoscenza e diffusione della norma su tutto il territorio nazionale», spiega Carolina Botti, direttore di Ales e referente Art Bonus per il MiC. «Il nostro obiettivo è quello di fare sempre più informazione e formazione, veicolando le buone pratiche che si possono condividere e coinvolgendo non solo i potenziali mecenati/beneficiari, ma anche tutti i soggetti che insieme ad Ales e al ministero possono facilitare le sinergie pubblico-privati».








