Investimenti su scala globale di quattro miliardi di dollari in tre anni: basterebbe anche solo questa cifra per capire che la multinazionale giapponese, uno dei grandi nomi del panorama It internazionale (190mila dipendenti in più di 50 paesi con un fatturato superiore ai 30 miliardi di dollari), fa molto sul serio in tema di intelligenza artificiale. Ma c’è di più. A cominciare da fatto che una parte di questo budget di spesa è stato destinato all’Italia per realizzare AI Metamorphosis, un programma che si propone di cambiare radicalmente il modo di lavorare delle imprese attraverso una trasformazione che deve abbracciare tutta l’organizzazione, dal modello organizzativo ai modelli di business per arrivare alla gestione di clienti e fornitori. Il succo di questa iniziativa, presentata in questi giorni alla stampa, è chiaro: andare oltre il mero concetto di riduzione di costi e concentrarsi sul miglioramento delle performance, esplorando possibilità non percorribili prima della diffusione dell’intelligenza artificiale e di quella generativa in modo particolare.

Il ceo di NTT Data Italia Ludovico Diaz

Come funzione, a chi si rivolge e gli obiettivi

AI Metamorphosis nasce quindi internamente a NTT Data Italia e punta a far utilizzare strumenti e piattaforme di Gen AI al 40% della forza lavoro dell’azienda già entro la fine dell’anno. Parliamo in concreto di oltre 2.500 persone che saranno accompagnate nel percorso di adozione tecnica e culturale della tecnologia degli algoritmi grazie a oltre 30mila ore di formazione dedicata. Con il supporto di una piattaforma proprietaria (Axet, che integra soluzioni sviluppate in house e tecnologie di terze parti), a partire da settembre tutti i dipendenti italiani saranno messi nella condizione di accedere alla Gen AI in modo sicuro e contestualizzato rispetto alle esigenze dei singoli team di lavoro e dei relativi componenti. L’intento finale è quello di migliorare l’efficienza e la produttività di sviluppatori, consulenti e in generale di tutte le funzioni a supporto del business, sfruttando l’esperienza maturata da oltre 9mila addetti di NTT Data nel mondo su 1.400 progetti e un centinaio di use case verticali. Una volta testate e sviluppate in house le competenze e le soluzioni da portare dentro le aziende, AI Metamorphosis sarà progressivamente lanciato sul mercato delle grandi imprese italiane con l’ambizione di trasformarne funzioni aziendali strategiche come l’HR, il finance, il marketing e l’area legal, ripensarne le modalità di offerta dei servizi a valore e supportarne l’evoluzione in modalità AI driven, dove l’intelligenza artificiale si affianca ai dati per “riscrivere” processi e modelli di business. Il piano di NTT Data, in tal senso, è quello di arrivare a generare un miliardo di fatturato entro il 2028 e completare 1.500 nuove assunzioni entro il 2025.

“Servono linee guida per l’adozione strategica dell’AI”

Alla base del nuovo programma e dell’approccio aumentato dall’AI verso il mercato enterprise, il neo Ceo di NTT Data Italia, Ludovico Diaz, c’è la convinzione di poter sfruttare un interesse verso l’intelligenza artificiale che ha pochi eguali per portata rispetto ad altre innovazioni disruptive del recente passato. “Vedo un mercato – ha spiegato il manager al Sole24ore.com – che affianca al grande hype per questa tecnologia una grande necessità di capirne e provarne le capacità a livello sia a livello di aziende che di società nel suo complesso, perché parliamo di uno strumento utilizzato da tutti. E questo non è quasi mai successo. C’è il rischio di uno sboom? Non credo vi sia un rischio di disillusione, perché sono profondamente convinto che l’AI sia più trasformativa e di impatto di Internet e del cloud, che ne sono tecnologie fondative. Ma è evidente che siano necessarie precise linee guida per la sua adozione strategica per evitare di fallire e di non sfruttarne al massimo le potenzialità, fermo restando che nessuno può sapere oggi dove ci porterà l’ulteriore sviluppo di questa tecnologia”.

Un LLM proprietario integrato in Microsoft Azure

Si chiama Tsuzumi ed è il primo modello di linguaggio di grande formato sviluppato nativamente in lingua giapponese, e già customizzato in inglese. La scelta di NTT Data di creare un LLM proprietario non si riflette nel vezzo di snobbare i modelli di Open AI e Antropic (GPT e Claude sono parte integrante dell’attività dell’azienda sul fronte della Gen AI) ma riflette la scelta strategica di avere un’intelligenza artificiale generativa “pronta all’uso” per le multinazionali nipponiche sparse per il mondo e, soprattutto, uno strumento attraverso il quale capire in modo approfondito quali sono le problematiche di allenare questi modelli, le implicazioni etiche che comportano e, nondimeno, i consumi che richiedono. Tsuzumi, come assicura Diaz, è stato progettato per avere un impatto energetico significativamente ridotto e sarà integrato da Microsoft nella propria piattaforma cloud Azure come uno degli LLM di riferimento.

Una partita aperta a più attori

La sfida per primeggiare nell’intelligenza artificiale in ambito aziendale vede in campo diversi attori di prima fascia della comunità tech italiana e internazionale, e i nomi sono quelli di grandi società di consulenza come Accenture o PwC o grandi specialisti della system integration come Reply o Engineering. NTT Data Italia, dalla sua, può mettere in campo un’esperienza sull’AI che parte dal 2017 e che oggi (con il progetto Metamorphosis) punta ad estendere le expertise sviluppate in questo campo a tutta la propria organizzazione (e non solo ai 40/50 specialist) e i progetti pilota a cui stanno già lavorando diverse aziende clienti. “La nostra customer base – conferma in proposito Diaz – è composta da grandi imprese private e pubbliche, e più precisamente circa 500 organizzazioni. Abbiamo di conseguenza un importante pezzo di mercato aggredibile e il potenziale di crescita sui clienti esistenti è molto importante, a cominciare dalla PA, che ha significativi fondi da investire a disposizione, e dal settore dei servizi finanziari”. Con gli altri attori di cui sopra c’è ovviamente competizione ma anche cooperazione, dice ancora il Ceo di NTT Italia, soprattutto su alcune progettualità in ambito pubblico. Il punto focale dello sviluppo dell’AI in Italia è però un altro, e secondo Diaz sta nella capacità di abbinare il valore della consulenza tecnologica a quella di processo e di change management: parliamo in altre parole di un grande cambiamento culturale e non solo di natura digitale, a cui NTT guarda con ottimismo sulla base di alcuni aspetti che rivendica come disi distintivi: il footprint giapponese, in termini di attenzione alla sostenibilità e di ritorno di medio lungo periodo, e il fatto di poter disporre di un portafoglio di offerta legato all’AI realmente “end to end”, che spazia dalla consulenza alla system integration passando per la vocazione di service managed provider e asset infrastrutturali come la progettazione e la realizzazione di data center (AWS, Google, Microsoft sono i nomi di spicco di una lunga lista di clienti) o la connettività a livello di grandi dorsali in fibra ottica.

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